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News / Scelti da noi / 14-09-2017

Elettricità Futura su SEN

Il presidente Mori a Quotidiano Energia: “Eventuale surplus domanda al 2030 derivante da elettrificazione dovrà essere coperto dalle rinnovabili”. Le osservazioni sulla Sen (con richiesta di intervento su garanzie e oneri)

Quelle inviate da Elettricità Futura sulla Sen appaiono più che semplici "osservazioni". Nel documento (disponibile sul sito di QE) l'associazione delinea infatti propri obiettivi e stime, in buona parte in linea con quanto previsto nella Strategia ma con accenti più marcati su alcuni punti chiave. A iniziare ovviamente dall'elettrificazione dei consumi.

Quattro sono i target fissati da EF per il 2030: penetrazione del vettore elettrico al 25% dei consumi finali di energia, riduzione dell'intensità energetica di almeno il 25%, taglio delle emissioni per i settori Ets del 48% rispetto al 2005 e sviluppo delle rinnovabili elettriche ad almeno il 50% del consumo finale lordo di elettricità. Il tutto sulla base di una stima della domanda di 340 TWh al 2030, di cui 170 TWh coperti da Fer, 140 TWh da impianti termoelettrici "ad alta efficienza" e 28-32 TWh di import (in calo).
"Ma se l'elettrificazione dovesse portare i consumi oltre questa soglia, il surplus dovrebbe essere coperto interamente dalle rinnovabili", rimarca a QE il presidente di EF, Simone Mori. A conferma della volontà della nuova associazione di scrollarsi definitivamente di dosso l'etichetta di lobby del termoelettrico, dopo la fusione di Assoelettrica con assoRinnovabili e la svolta "verde" avviata dal principale associato, Enel.

Naturalmente il processo identificato da EF è graduale e tiene conto di molti fattori. Fermo restando che a guidare la decarbonizzazione dovrà essere "il rafforzamento dell'Ets" in un ottica europea, le centrali tradizionali più efficienti (in particolare i Ccgt ma eventualmente anche piccoli cicli aperti a gas) dovranno mantenere un ruolo cruciale, con il sostegno dei segnali di lungo termine forniti dal capacity market. A fare spazio al gas dovrà essere il carbone, ma tenendo presenti i costi del phase-out e modulando i tempi a seconda dei singoli impianti. Con una remunerazione agli operatori in caso di chiusura anticipata rispetto alla vita residua e alla vigenza delle autorizzazioni.
Allo stesso modo, prosegue EF, lo storage deve essere sviluppato, ma riguardo all'obiettivo di 5 GW aggiuntivi "si evidenzia l'opportunità di confrontare lo sviluppo degli accumuli con tecnologie alternative considerando sia l'esistente sia nuovi investimenti".
Il documento si sofferma poi sugli aspetti più di dettaglio. Tra questi: la contrarietà all'ipotesi di prezzi negativi nel mercato infraday, la necessità di mantenere una struttura del dispacciamento centralizzata, l'opportunità di valutare "attentamente" il superamento del Pun (da attuare solo qualora lo sviluppo della rete riducesse al minimo le differenze di prezzo tra le zone), l'esigenza di evitare un "eccessivo intervento amministrativo e regolatorio" nel superamento della tutela nel retail.
Spazio a parte merita poi la delicata questione delle garanzie sugli oneri di sistema. L'associazione ritiene necessario che la Sen "individui tra gli strumenti da adottare: le norme che conferiscano all'Aeegsi la possibilità di definire il livello di garanzie che i venditori sono tenuti a prestare al distributore, a copertura degli oneri di sistema dovuti dai clienti finali anche laddove non corrisposti da questi ultimi; l'individuazione di meccanismi di compensazione sia per gli utenti del trasporto che per le imprese distributrici rispetto all'eventuale mancato incasso".
EF rimarca poi gli "inadempimenti seriali o default" di venditori, che "in assenza dei necessari interventi regolatori potrebbero determinare perdite rilevanti per il sistema, mettendo a rischio la copertura del gettito fiscale e parafiscale". Condotte che "pregiudicano lo sviluppo di una sana concorrenza tra venditori e minano la fiducia dei consumatori nel mercato", sottolinea EF.
Da qui il favore all'istituzione di un Albo dei venditori previsto dalla Legge concorrenza, di cui di "si auspica una rapida definizione".

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