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News / Scelti da noi / 10-03-2020

La via maestra per vincere le sfide energetiche e ambientali

Leggi l'intervista di Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura, all'interno di Pianeta Terra


È uscito il numero di febbraio della rivista mensile Il Pianeta Terra, periodico di informazione e cultura dell’ambiente, dell’energia e delle fonti rinnovabili. All'interno potete trovare l'intervista di Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura, sulle prossime sfide da affrontare a livello italiano ed europeo. 

Affinché il Green New Deal non resti solo uno slogan ma divenga un progetto concreto di cosa c’è bisogno?

Il fatto che il “Green New Deal”, piano che affronta in modo prioritario la questione energetica e ambientale, sia il fulcro del programma di lavoro del 2020 della Commissione Europea, è certamente una notizia importante per il nostro settore e le nostre imprese. La vera sfida sarà dimostrare a tutti che la promozione della transizione energetica non è solamente un target da raggiungere ma una vera opportunità di sviluppo economico e industriale per i Paesi europei. Secondo le stime di Elettricità Futura, per raggiungere i target del PNIEC le imprese del nostro sistema prevedono di investire 4,7 miliardi di euro all’anno fino al 2030 in generazione, reti e accumuli. Ciò produrrà un importante impatto sul mondo del lavoro con un incremento di circa 38.000 occupati permanenti al 2030 oltre alla diffusione di nuove competenze e professionalità. L’obiettivo del Green New Deal è rendere l’Europa il primo continente a impatto zero entro il 2050 tramite un piano che innalzi ulteriormente i target di riduzione delle emissioni al 2030 ad almeno il 50 per cento, se non addirittura al 55 per cento. Target decisamente più ambiziosi che determinerebbero un incremento della quota delle rinnovabili nel settore elettrico dal 55,4 per cento delineato dal Piano Energia e Clima al 65 per cento, con ricadute ancora più significative su tutto il settore. Per rendere concreto il Green New Deal occorrerà certamente da un lato promuovere tutte le azioni in grado di rendere l’Unione Europea un‘area competitiva dal punto di vista economico e attrattiva per gli investimenti. Dall’altro lato sarà importante portare avanti una visione condivisa di filiera in cui tutte le imprese, sia di grandi dimensioni che le Pmi, possano mettere in atto un vero e proprio cambio di paradigma in termini di innovazione tecnologica e di competitività.  

Per quanto riguarda le politiche per la transizione energetica reputa il PNIEC italiano sufficientemente ambizioso?

L’innalzamento degli obiettivi nazionali al 2030 sui fronti dell’efficienza e delle rinnovabili, riportata nell’ultima versione del Piano Energia e Clima, mostra l’impegno del nostro Paese e delle nostre imprese nel diventare promotori di un sistema pronto ad affrontare le sfide della transizione energetica. Abbiamo accolto con favore in particolare l’incremento dell’installato del fotovoltaico da 50,9 GW a 52 GW e dell’eolico da 18,4 GW a 19,3 GW e l’inversione del rapporto BEH – PHEV e quindi dei veicoli elettrici e quelli Plug-in Hybrid (da 4,4 milioni PHEV + 1,6 milioni BEV a 2 milioni PHEV + 4 milioni BEV). I target delineati dal Piano Energia e Clima rappresentano il punto di partenza che consentirà di costruire i piani di sviluppo in un quadro di riferimento di medio termine chiaro e ben definito. È necessario ora avviare delle politiche che rilancino gli investimenti nelle rinnovabili e che promuovano tecnologie efficienti soprattutto nel settore trasporti. 

L'intervista completa si trovano a pag. 11 della Rivista " Il Pianeta Terra"

 

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