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News / Scelti da noi / 11-06-2020

L’energia blu dal cuore della pandemia. Lavoro di squadra

In Italgen la situazione di emergenza sanitaria ha comportato una completa rimodulazione dei turni. Garantito il servizio di pubblica utilità. Il tasso di assenze inferiore al 4 per cento: una dimostrazione di «attaccamento alla maglia»

La pandemia è stata una sfida senza precedenti per le imprese italiane e, nello specifico, bergamasche, chiamate a fronteggiare una situazione di inaudita criticità. Buona parte del tessuto industriale della provincia è stato costretto, dall’8 marzo, a sospendere le proprie attività. Non è stato il caso di Italgen che, nel periodo del lockdown, ha continuato a erogare energia da fonte rinnovabile, contribuendo ad alimentare il sistema elettrico nazionale.

L’azienda fa parte del Gruppo Italmobiliare. Presente da oltre un secolo nella Bergamasca, ha sentito con particolare coinvolgimento la rilevanza del servizio di pubblica utilità chiamata ad assicurare. Dalla sala controllo di Villa di Serio, cuore pulsante dell’attività, ha monitorato con costante attenzione le quindici centrali idroelettriche presenti in Lombardia, Piemonte e Veneto, oltre alle dighe e alle opere di presa per garantire il flusso di energia alla rete. Un servizio assicurato grazie al lavoro di squadra e all’alto livello di efficienza della control room, presidiata 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La situazione di emergenza ha comportato una completa rimodulazione dei turni di lavoro.

L’attività è proseguita nel pieno rispetto dei protocolli sanitari. Italgen ha considerato prioritaria la tutela della salute. Il 70 per cento dei dipendenti, operativi a Villa di Serio e sugli impianti, è stato dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari allo svolgimento delle proprie mansioni in regime di massima sicurezza. Il rimanente 30 per cento ha continuato la propria attività in smart working. Ne è conseguito un tasso di assenze inferiore al 4 per cento, mentre nella Bergamasca si sono registrati valori ben più elevati. Un ottimo esempio di «attaccamento alla maglia» e al proprio territorio. Garantire un flusso costante di energia significa, innanzitutto, assicurare la buona operatività di tutto il personale. Non solo. Significa controllare la risorsa dell’acqua attraverso un sistema di monitoraggio continuo, frutto di una tecnologia innovativa, messa alla prova nella fase di lockdown con ottimi risultati.

In questo periodo l’energia prodotta dalle quindici centrali è stata di 32.475 MWh. Ottima la resa degli impianti, con un indice di disponibilità del 99,6% e un grado di utilizzo dell’88,4%. Qualche curiosità. La produzione in lockdown ha consentito di effettuare 25mila ricariche per 150mila smartphone, far funzionare tutti i frigoriferi, phon, televisori e computer degli abitanti di Bergamo e provincia. Non solo. Ha permesso di illuminare le case della città e dei dintorni, garantire 40 ricariche per 20mila auto elettriche e 700 ricariche per 100mila bici elettriche, evitando di immettere 14mila tonnellate di anidride carbonica e di consumare 45mila barili equivalenti di petrolio. Leggi l'articolo completo pubblicato su l'Eco di Bergamo...

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