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News / Scelti da noi / 07-08-2020

La seconda vita del solare

Dal blog "ECO-LOGICA" di Antonio Cianciullo su Repubblica.it, un approfondimento sul tema smaltimento pannelli fotovoltaici ed economia circolare grazie al contributo di Elettricità Futura e COBAT

L’obiettivo dell’Italia è triplicare la produzione elettrica da fotovoltaico entro 10 anni. Era stato fissato prima della pandemia Covid-19. Oggi è più che mai d’attualità visto il pressing dell’Unione europea sul segno green del Recovery Plan.

Vuol dire che decine di milioni di pannelli verranno installati e che una certa quota andrà in pensione (a fine dicembre 2019 il Gse ha censito 880 mila impianti fotovoltaici). Visto che per funzionare bene rinnovabili ed economia circolare devono incontrarsi, lanciare il piano fotovoltaico 2030 significa occuparsi anche del materiale dismesso. Che fine farà?

“Dal punto di vista tecnico già oggi c’è la possibilità di riciclare il 90% dei materiali dei pannelli fotovoltaici, un piano europeo di ricerca prevede di arrivare a superare il 95%”, spiega Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, l’associazione confindustriale del settore elettrico. “Dal punto di vista operativo i pannelli fotovoltaici sono una delle merci più tracciate: grazie al sistema degli incentivi prima e della grid parity poi, abbiamo la mappa completa. Non possono sfuggire al controllo e non ne hanno neanche motivo visto che si tratta di materiali che non contengono sostanze pericolose, o ne contengono in percentuali minime, mentre ne hanno in abbondanza di utili”.

Il problema – sottolineano a Elettricità Futura – è piuttosto un altro: norme troppo rigide che ostacolano l’economia circolare. Il sistema attuale prevede che un pannello fotovoltaico nasca e muoia all’interno dell’impianto che ha goduto di incentivi. Ma se un pannello di un impianto di vecchia generazione si rompe, difficilmente può essere sostituito singolarmente da un pannello nuovo che ha dimensioni e caratteristiche diverse. E, visto che i vecchi pannelli non sono più in produzione, si finisce per cambiare un intero blocco. Mentre, se fosse consentito il riutilizzo di pannelli smontati da un impianto su un altro, si potrebbero fare sostituzioni mirate riducendo la quantità di rifiuti generati. Continua a leggere...

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