È stata la settimana di Roberto Cingolani. Il ministro della Transizione ecologica ha debuttato in pubblico con le audizioni in Parlamento e l'intervento al Consiglio dei ministri dell'Ambiente dell'Unione europea. Debutto che, molto correttamente, è avvenuto in sedi istituzionali. Circostanza non scontata, soprattutto in questi tempi convulsi, che contribuisce a restituire senso e importanza alle istituzioni repubblicane.
Nel merito, al pragmatismo che abbiamo sottolineato su alcuni temi, si è affiancata, su altri, una approssimazione singolare, soprattutto per un tecnico esperto, su cui rimandiamo al commento odierno di GB Zorzoli.
Ci interessa di più, in queste righe, tornare sull'aspetto istituzionale e sulla funzionalità del nuovo assetto, nella gestione quotidiana e nella definizione delle grandi scelte dei prossimi mesi. Al Consiglio Ambiente, il ministro ha sottolineato che proprio per rispondere alla sfida ambientale del Piano di ripresa l'Italia “si è dotata di assetti istituzionali nuovi e più forti, con l'istituzione del ministero della Transizione, del Comitato interministeriale per la Transizione (Cite), del ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili e del ministero per la Digitalizzazione”. Continua a leggere...