Per il Partito Democratico è “un dovere” promuovere l’ascolto nei confronti degli attori del settore energetico, un “asset strategico per la sicurezza del paese e una filiera industriale significativa”. Si è aperto con queste parole l’intervento di Salvatore Tomaselli, responsabile del Dipartimento politiche energetiche del PD, al webinar Le riforme per vincere la sfida del Green New Deal in Italia. Vi hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di ENEA e di Elettricità Futura, il vicepresidente di Legambiente e i direttori generali di Anigas e Utilitalia.
Il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, ha detto che il Green Deal potrà mobilitare nei prossimi dieci anni 90mila nuovi occupati e 100 miliardi di euro di investimenti nel solo settore elettrico italiano.
Per raggiungere i target del Green Deal (almeno il 55% di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030), “in Italia il 70 per cento dei consumi elettrici dovrà essere soddisfatto da energie rinnovabili. Occorre aggiornare il PNIEC in linea con il più ambizioso scenario europeo”, per avere “almeno 65 gigawatt di nuova potenza da fonti rinnovabili, ha detto Rebaudengo.
“Peccato”, ha specificato Rebaudengo, “che all’attuale trend gli obiettivi al 2030 verranno raggiunti nel 2085”: la media di installazioni di fonti rinnovabili negli ultimi anni in Italia è di stata di 1 gigawatt all’anno. Serve portarla ad almeno 6,5 gigawatt annuali.
Rebaudengo ha detto che “per vincere la sfida del Green Deal” servono “norme semplici e coerenti per il permitting. Ai ritmi e regole attuali, i tempi per lo sviluppo delle rinnovabili non sono compatibili con il Green Deal”. La rete elettrica, poi, andrà “rafforzata e razionalizzata” per essere in grado di gestire “la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili”.
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