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Policy / Transizione energetica e procedure autorizzative

Revisione del PNIEC: un’occasione unica per il comparto della produzione di energia elettrica da biomasse liquide, solide e gassose

MITE - Lettera interassociativa di Elettricità Futura, Assitol, EBS, ANPEB, DiTNE, al Ministro Roberto Cingolani (9/04/2021)


Le scriventi Associazioni, sulla base delle recentissime dichiarazioni sulla ripresa dei lavori di aggiornamento e revisione del Piano nazionale integrato Energia e Clima che andranno avanti parallelamente alla riscrittura del Recovery Plan (PNRR), desiderano sottolineare con forza il fondamentale ruolo che riveste il patrimonio italiano di produzione di energia da biomasse liquide, solide e gassose ai fini del raggiungimento dei nuovi e ambiziosi obiettivi imposti dal Green New Deal.

Come noto il PNIEC rappresenta lo strumento imprescindibile per indirizzare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione, in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per quanto di nostro specifico interesse, il Piano pubblicato nel Dicembre 2019 prevede, a pagina n. 56, che in relazione al settore elettrico “è considerata una crescita contenuta della potenza aggiuntiva geotermica e idroelettrica e una leggera flessione delle bioenergie, al netto dei bioliquidi per i quali è invece attesa una graduale fuoriuscita fino a fine incentivo”.
A tal proposito, non si può ignorare che gli obiettivi energetici del decennio precedente siano stati traguardati con anticipo anche e soprattutto grazie al contributo delle biomasse liquide, solide e gassose. Inoltre, anche alla luce della valutazione finale della Commissione UE sul PNIEC, mediante la quale è stato evidenziato che le politiche intraprese potrebbero non essere sufficienti per raggiungere il livello di ambizione proposto, si ritiene che vada riconosciuto, in un’ottica di neutralità tecnologica, un adeguato contributo da parte delle biomasse solide, liquide e gassose. Occorre quindi intervenire a pagina n. 56 del Piano per valorizzare l’apporto delle biomasse al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi energetici che l’Europa e l’Italia si sono poste.
Gli impianti di produzione di energia da biomasse garantiscono ad oggi la generazione di circa 20 TWh di energia elettrica, attraverso quasi 3.000 impianti, per una potenza totale installata pari a circa 4.200 MW.

Tra le principali caratteristiche della produzione di energia da biomasse vi è quella della programmabilità, che consente - anche grazie alla capacità degli impianti del settore di superare le 8.000 ore annue di lavoro - la gestione, in tempo reale, dei flussi energetici, garantendo che domanda e offerta siano sempre in equilibrio e bilanciando eventuali cali od eccessi nella rete (sbilanciamenti), al pari delle centrali termoelettriche da fonti tradizionali.

Altro aspetto peculiare è relativo all’occupazione generata dagli impianti a biomassa: con un fatturato totale di 3.680 milioni di euro, al 2018, il settore della bioenergia in Italia assorbiva 43.700 unità lavorative dei comparti agricolo, metalmeccanico, elettrico e della logistica. A questi si aggiungono anche le realtà manifatturiere che, per valorizzare risorse di filiera, combustibili di seconda generazione e sottoprodotti in certa misura autoprodotti, si sono dotate di sistemi di cogenerazione altamente performanti e delle necessarie infrastrutture di connessione, contribuendo alla transizione verso un sistema generativo rinnovabile e decentralizzato.

Inoltre, il sostegno alla produzione di energia da biomasse garantisce importanti ricadute sulle filiere agricole, contribuendo altresì ad evitare l’abbandono dei terreni ed integrando il reddito del mondo agricolo, nonché sulle filiere della manutenzione boschiva, agroalimentare e, più in generale, del reimpiego di residui altrimenti destinati a smaltimento o pratiche di combustione incontrollata, in coerenza con i principi di economia circolare e sostenibilità. La forte sinergia con il settore boschivo garantisce una gestione efficiente del patrimonio forestale, prevenendo incendi e contribuendo alle azioni di contenimento del dissesto idrogeologico.

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