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News / Scelti da noi / 25-05-2021

Accelerazione e semplificazione delle procedure autorizzative degli impianti

Si è svolto sul tema dell’accelerazione e della semplificazione delle procedure autorizzative degli impianti il seminario organizzato dall’Associazione degli Economisti dell’Energia (AIEE).

 

Carlo Di Primio, Presidente AIEE, ha aperto il seminario evidenziando che gli interventi in materia di procedure autorizzative degli impianti non possono avere un carattere sporadico o di emergenza, come è stato fatto talvolta in passato per superare delle criticità, ma devono essere fatti, anche in vista del PNRR, con provvedimenti strutturali. Di fronte agli obiettivi per il 2030 e il 2050 questi aspetti assumono una rilevanza chiave per la competitività, lo sviluppo tecnologico e la decarbonizzazione del paese.

In qualità di relatori hanno partecipato  Marina Barbanti, Direttore Generale UNEM - Unione Energie per la Mobilità e due membri del Comitato scientifico AIEE,  Andrea Zaghi,  Direttore generale di Elettricità Futura e Francesco Scalia, Professore di diritto amministrativo all’Università di Cassino.

Andrea Zaghi ha illustrato il ruolo e l’importanza della semplificazione amministrativa e il quadro attuale proposto nel PNRR. Ha evidenziato le problematiche relative ai tempi di autorizzazione degli impianti che restano lunghi ai fini degli obiettivi della decarbonizzazione del sistema energetico.  In base alle stime dell’Elettricità Futura la penetrazione della quota dell’elettricità FER dovrà passare dal 38 al 70 %.  Zaghi ha espresso preoccupazione per la mancanza del burden sharing regionale che garantirebbe una distribuzione più equilibrata tra il nord e il sud del paese e ha auspicato l’adozione di una disciplina per l’identificazione delle aree idonee all’istallazione degli impianti FER di potenza almeno pari a quanto stabilito nel PNIEC. Ricordando il protocollo con Confagricoltura sottoscritto proprio con Elettricità Futura, Zaghi ha affermato che occorrerà investire anche nelle superfici agricole non utilizzate. Infine sarà importante completare i meccanismi di sostegno FER anche per le tecnologie non mature e semplificare le procedure per la realizzazione degli impianti di idrogeno verde di piccola taglia.

Sia Zaghi che il relatore successivo, la dott.ssa Barbanti, hanno condiviso la preoccupazione per le problematiche legate all’autorizzazione di valutazione d’impatto ambientale (VIA).

Nel suo intervento Marina Barbanti ha maggiormente posto l’accento sulla relazione tra l’accelerazione / semplificazione delle procedure autorizzative e la certezza degli investimenti, poiché tale rapporto si riflette sugli investimenti internazionali nel nostro paese. In particolare ha evidenziato la complessità autorizzativa degli investimenti in progetti che prevedono l’impiego di fonti fossili o interventi tecnologici tesi a ridurre le emissioni tramite l’innovazione tecnologica (raffinerie e bioraffinerie) e la sostituzione delle materie tradizionali con materie decarbonizzate (esp. il biometano), soprattutto nei trasporti. La dott.ssa Barbanti, pur apprezzando il PNRR che mette insieme riforme e progetti, ha sostenuto che è il PNIEC il provvedimento che disegna la strada per la riduzione delle emissioni. A titolo di esempio la Barbanti nota che il PNRR non tratta i biocarburanti. Dunque la transizione, conclude la direttrice, richiede tempi autorizzativi e procedure chiare che siano compatibili per realizzare interventi privati.

Il Prof. Francesco Scalia ha ricordato che la legislazione in materia di semplificazione – in generale e con specifico riferimento all’autorizzazione degli impianti di produzione di energia rinnovabile - è avanzatissima. Tanto che il working group su Authorisation of plants and infrastructures istituito dalla Commissione europea in funzione della revisione della direttiva rinnovabili ha indicato nel procedimento disciplinato dalla normativa italiana una best practice, salvo poi rilevare che «[t]he main critically of the system is that competent authorities do not respect the deadline». Ed infatti, l’art. 16 della direttiva 2018/2001, innovando il sistema previgente, introduce strumenti di semplificazione – noti nel nostro ordinamento – quali lo sportello ed il procedimento unici.

Quindi, l’Italia ha disciplinato strumenti di semplificazione amministrativa ben più avanzati di quelli che oggi prescrive o suggerisce la direttiva europea. Il nuovo provvedimento autorizzatorio unico regionale  evidenzia Scalia, garantisce per l’ipotesi in cui l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio di impianti di energia rinnovabile richieda una VIA regionale, termini perentori e una più efficiente e coordinata conduzione del procedimento rispetto al procedimento ordinario di autorizzazione unica.

Nonostante ciò continua Scalia, l’Italia impiega mediamente circa sei anni per l’autorizzazione di un impianto da energia rinnovabile contro la media europea di due.

Secondo il relatore per velocizzare l’autorizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, non si dovrebbe continuare ad intervenire con ulteriori semplificazioni del procedimento quanto investire sulla formazione e responsabilizzazione della dirigenza pubblica chiamata a decidere. I recenti interventi sul reato di abuso di ufficio e sulla limitazione della responsabilità erariale nella sola ipotesi di illecito “commissivo” vanno in questo senso e andrebbero ulteriormente implementati con la previsione di significative penalizzazioni per il dirigente che immotivatamente non osservi i termini del procedimento.

Nelle conclusioni Carlo  Di Primio ha espresso il desiderio di ritornare su questo argomento perché serve urgenza e consapevolezza politica per sbloccare gli investimenti e raggiungere gli obiettivi adottati. Il webinar si è concluso con l’auspicio che il decreto che arriverà in materia possa recepire le considerazioni emerse durante il seminario.

In questo link si può vedere la registrazione completa.

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