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News / Scelti da noi / 27-01-2020

E-car: cresce il parco italiano, ma servono più infrastrutture

Studio EF e Motus-E: “Indicazioni positive da revisione Pniec, vettore elettrico al 25,5% del mix nel 2030”

Il mercato italiano è pronto a compiere un salto di qualità nella mobilità elettrica e gli obiettivi inseriti nel Pniec confermano le ambizioni italiane sull’elettrificazione. È quanto osservano Elettricità Futura e Motus-E nello studio “Vettore Elettrico: lo scenario attuale e le prospettive future”, in cui si scatta anche una fotografia dell’elettrificazione a livello nazionale e internazionale.

Secondo lo studio, nel nostro Paese circolano attualmente 37.636 auto elettriche (novembre 2019), con una stima che comprende sia i Bev (Battery Electric Vehicle) che gli ibridi Phev (Plug-In Hybrid Electric Vehicle).
Le indicazioni positive, però, giungono soprattutto dall’incremento delle vendite del 2019 rispetto al 2018. A dicembre 2019, infatti, si osserva un incremento del 75,7% rispetto all’anno precedente, con un totale di oltre 17.600 veicoli venduti rispetto ai poco più di 10.000 del 2018.
Lo studio, presentato mercoledì in un webinar, indica che le vendite hanno risentito favorevolmente dell’introduzione dell’ecobonus. La diffusione maggiore si riscontra fra il parco dei privati, che nel 2019 ha pesato per oltre 6.000 acquisti rispetto ai quasi 2.400 dell’anno prima.
La tendenza italiana è in linea con quella globale, dove, nel 2018, sono stati immatricolati quasi 2,1 milioni di auto elettriche e veicoli commerciali leggeri elettrici (Ldv), secondo elaborazioni dell’Energy & Strategy Group riportate nello studio. Per il 2019, “ci si aspetta che tale trend positivo si confermi, superando la soglia dei 3 milioni di veicoli elettrici immatricolati nell’anno”.
A livello mondiale, inoltre, nel 2018 è proseguita la crescita dei Bev (69%) rispetto ai Phev (31%). Percentuali di vendita simili a quelle italiane, per il 2019, con un rapporto 62-38%. Se la prospettiva dovesse confermarsi, secondo Elettricità Futura e Motus-E, sarà possibile raggiungere il target fissato nel Pniec italiano per cui si è ipotizzato che le auto elettriche saranno 6 milioni: 4 milioni di Bev e 2 di Phev. Un sostanziale ribaltamento rispetto a quanto prospettato nella precedente stesura del Piano, in cui si parlava di 1,6 milioni di Bev.
Il raggiungimento del nuovo obiettivo favorirebbe la penetrazione del vettore elettrico nel mix italiano, con valori che potrebbero attestarsi sul 25,5% al 2030 (contro il 22,1% del 2017 e il 25,1% della precedente bozza di Pniec).
Nonostante la crescita, lo studio osserva “ancora una porzione molto ridotta delle immatricolazioni complessive: 0,82% da gennaio a novembre 2019 per le auto elettriche”. A livello europeo, un caso virtuoso è rappresentato dalla Norvegia, che ha una diffusione  del 49% nel 2018.
Per incentivare la crescita, però, è necessario compiere sforzi maggiori sulla diffusione dei punti di ricarica. “Ad oggi, il rapporto tra punti di ricarica pubblici e parco elettrico circolante in Italia è stimato in circa 1 a 3 per i veicoli elettrici complessivi (sia Bev che Phev)”. In Norvegia è circa 1:15 e in Olanda 1:1.
Sulle infrastrutture di ricarica, che fra pubblico e privato ammontano a oltre 10.600 (settembre 2019), non è da sottovalutare la capillarità territoriale, con il Sud in ritardo rispetto al Centro e al Nord. Una disomogeneità quasi speculare a quella della distribuzione delle vendite di e-car nel 2019, in cui il Nord-Est (7.700) ha numeri dieci volte superiori rispetto al Sud (700).

L'articolo completo di Quotidiano Energia è disponibile al seguente link



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