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News / Scelti da noi / 24-04-2019

Meno burocrazia, più dialogo con i territori

È la ricetta per centrare i target al 2030. Come? Ottimizzando la presenza degli impianti fotovoltaici in aree meno evidenti e realizzando nuovi parchi eolici. L'intervista di Simone Mori su L' Imprenditore - Aprile 2019

Rispetto agli obiettivi al 2030 per l’Italia, quali sono le principali criticità, legislative e non, da risolvere?

Occorre certamente avviare strumenti che rendano gli obiettivi del Pniec realizzabili: mi riferisco in particolare al decreto rinnovabili, al capacity market, che garantirà la presenza della capacità di backup necessaria ad una evoluzione armonica e sicura del nostro settore, o ancora ai Power Purchase Agreements, che consentiranno di realizzare investimenti in fonti rinnovabili attraverso la libera contrattazione fra produttori e consumatori. Sarà anche importante ottenere uno snellimento dei meccanismi amministrativi, in particolare delle procedure autorizzative e avviare un rapporto costruttivo con i territori e le amministrazioni.

Tra le tecnologie elettriche da fonti rinnovabili, l’eolico oggi è la prima per fatturato. Quanto potrà crescere ancora, considerando l’impatto sul territorio e la densità abitativa del nostro Paese?

L’eolico avrà un ruolo cruciale per i target al 2030?; per questo sarà fondamentale valorizzare i siti già interessati da impianti, che potranno aumentare la propria produzione attraverso il meccanismo del repowering (rinnovamento e potenziamento del parco esistente con l’utilizzo delle migliori tecnologie). Saranno necessarie anche nuove installazioni di grande taglia realizzate in un contesto corretto e di armonia con il territorio. Basti pensare che per traguardare gli obiettivi al 2030 l’occupazione del suolo da parte di impianti eolici sarà minore di 200 ettari.

Il solare fotovoltaico ha conosciuto stagioni migliori. Quali sono le scelte che permetteranno di far maturare questa fonte?

L’introduzione di strumenti trasparenti, efficienti dal punto di vista economico e volti ad assicurare una piena integrazione della fonte nel mercato, così come l’emanazione del decreto Fer e di meccanismi di registri e aste al ribasso sono scelte necessarie per far maturare il fotovoltaico. Sarà inoltre opportuno lavorare su tutte le aree ove l’impatto degli interventi sia meno evidente, partendo dai tetti di capannoni, serre, per poi installare anche impianti a terra, su terreni individuati nel pieno rispetto delle norme ambientali.

La transizione verso la sostenibilità impatterà anche nel mondo del lavoro con la richiesta di nuove professionalità. L’Italia sta investendo in formazione?

Il passaggio al 2030 offrirà opportunità di occupazione: la fase realizzativa degli impianti porterà in media circa 30mila occupati temporanei annui nelle attività di costruzione e installazione e 15mila nuovi occupati permanenti nella generazione elettrica. La formazione costituirà la prerogativa fondamentale per il perseguimento di questo scenario e la migliore e più stretta interazione tra imprese, scuole e università rappresenta il fattore primario.
Di fronte alla necessità di sviluppare nuove competenze legate alle tecnologie digitali, occorre potenziare i programmi di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato professionalizzante.
Risulta fondamentale, infine, che le aziende avviino un “patto generazionale” tra lavoratori giovani e lavoratori più anziani in modo da favorire la condivisione di conoscenza.

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