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News / La Parola a... / 21-12-2018

Integrato e digitale, il futuro del sistema energetico


Il sistema energetico va pensato come un tutto integrato, superando le visioni a compartimenti stagni, ad esempio tra segmenti di attività o tra elettrico e gas. La regolazione mette a disposizione la propria competenza e capacità di analisi anche per identificare le linee guida complessive del sistema, a cominciare dalla prossima redazione del Piano energia clima che il governo deve stilare entro fine anno. In questi primi mesi del mio mandato ho più volte ribadito come sia importante ripensare il sistema energetico come un unicum che si arricchisce reciprocamente della ricerca e delle soluzioni dei suoi diversi settori. L’attuale frammentazione del settore energetico in silos verticali, uno per ogni segmento di attività, da un lato è un prodotto inevitabile della liberalizzazione che ha segmentato il comparto per favorirne l'apertura, ma dall'altro ha portato alla perdita di una visione complessiva e unitaria dei settori. La reazione a questa segmentazione è spesso una richiesta di più regole, risposta forse non completamente sbagliata, ma anche da ricalibrare. La richiesta molto spesso è di regole del settore esterno a quello in cui opera chi lo chiede, perché la principale sicurezza di cui si ha bisogno è di non avere un'interferenza negativa per una non corretta allocazione delle risorse nel sistema complessivo. Questo si tramuta nella richiesta di una sorta di burden sharing per il singolo sottosistema.

Il compito della regolazione è anche di lavorare su questi difficili equilibri nell'ottica della visione di un bene complessivo. In questa fase quindi oltre a svolgere il compito di scrivere le regole del gioco, può essere utile anche nell'identificare le linee guida di ottimo di sistema. Perché l’Autorità è stata nel tempo capace di dimostrare un’elevata competenza tecnica e capacità di analisi dei problemi, ed è un aspetto che va valorizzato e impiegato. Un'occasione prossima in tal senso è il Piano energia clima. L'interazione tra elettrico e gas in parte è già cominciata, ma deve crescere; la convergenza tra questi due settori dovrà convivere in uno scenario macro di grandi infrastrutture in cui creare una visione integrata. Bisognerà favorire la presenza delle fonti rinnovabili, ma  valutare anche lo stoccaggio per tenere il sistema in sicurezza con costi sempre efficienti. Gli investimenti dovranno essere fatti secondo una logica di utilità al sistema con azioni specifiche per il mercato del gas. Gas che dovrà via via essere visto come una naturale sintesi, grazie alle nuove tecnologie che lo renderanno complemento fondamentale per il supporto del sistema elettrico. L'intenzione poi è raggiungere l'allineamento dei prezzi per il sistema di trasporto rispetto al sistema europeo, mentre per quanto riguarda la rete dei trasporti, concessioni e affidamenti andranno stimolati.

Altra parola d’ordine è flessibilità. Una qualità di cui c'è una richiesta molto forte come risposta a una situazione di grande incertezza e cambiamenti rapidissimi, come quello che ha visto passare dall'overcapacity del 30% all'alert estivo di Entso-E nel 2017 in soli 3-4 anni. In un contesto del genere, di nuovo, alcune separazioni su cui eravamo abituati a lavorare, tra un sistema elettrico e un sistema gas molto complementari e prossimi ma non così tra loro integrati, è un altro elemento di prospettiva su cui dobbiamo cambiare il punto di vista. Ad ogni modo è bene ricordare che la componente infrastrutturale di tutto ciò ha sempre un elemento di lunga durata. Credo che anche le utilities giochino un ruolo importante come elemento di snodo tra la programmazione di lungo periodo e di alto livello e la definizione delle strategie con un approccio bottom-up. Prossimità al territorio e integrazione in un’ottica di crescita dimensionale sono gli ingredienti su cui declinare questo ruolo. In questo senso l’approccio industriale delle utilities appare imprescindibile per dare corpo alle politiche di carattere generale, in un dialogo costante con le esigenze ma anche con le possibilità locali. Se penso alla regolazione multilivello che caratterizza il settore idrico vedo una diretta rappresentazione di questo approccio, in cui il metodo generale che tiene conto dei macro trend si coniuga con le esigenze e possibilità locali. Il continuo dialogo di verifica e aggiustamento degli obiettivi chiude questo cerchio virtuoso in un percorso di costante miglioramento del servizio all’utente finale, che è poi il fine ultimo di tutti gli sforzi normativi, regolatori e industriali.

Nel settore energetico l’approccio è diverso ma le potenzialità identiche, anzi in qualche modo ancora migliori perché scalabilità e replicabilità delle buone pratiche sono più immediate. Il superamento della visione per settori chiusi, infine, deve estendersi anche al mondo della ricerca: fare ricerca e innovazione nell'energia oggi è uno sforzo che non può ridursi a una visione molto verticale di un tema. Abbiamo ad esempio lo strumento della ricerca di sistema, che però ha sempre avuto il settore elettrico come principale primario campo di indagine. Si è un po' aperto al settore del gas, ma in una modalità più incidentale che strategica. Anche questo è un passaggio da iniziare a mettere all'ordine del giorno per sviluppare una ricerca che veda il settore energetico nel suo complesso e nella sua capacità di integrazione e sinergia. Le aziende, per esempio, possono e devono puntare costantemente alla condivisione delle buone pratiche di innovazione.

E il consumatore non resta a guardare. Con la fine della tutela e l’avanzare della digitalizzazione del cliente andrebbero superate alcune "ingenuità" che caratterizzano l'approccio ad alcuni temi. In un tempo più breve di quello che crediamo, l'utente che consulta il ‘portale offerte’ verrà superato da algoritmi intelligenti che lo faranno al posto suo. Il digitale permette sempre più al cliente di indicare gli obiettivi lasciando alle macchine di perseguirli. Possiamo usare il tempo che ci separa dalla fine della tutela per sviluppare rapidamente la strumentazione. Lato regolazione l'architettura c'è già, probabilmente serve qualche altro addendo come l'albo dei venditori, che è qualcosa che manca e sul quale stiamo lavorando. Bisogna fare uno scatto tecnologico per capire anche che la profilazione della domanda, non la facciamo noi ma la faranno una serie di over the top, includendo tra questi non solo Google, ma anche i nostri player energetici di alto livello.

Per un mondo del genere però servono strumenti, che la regolazione deve definire, che siano compatibili con quel livello e serve ragionare sui dati, su quanta informazione possiamo estrarne, e sulla loro gestione. Investimenti più importanti andranno infatti realizzati per il Sistema Informativo Integrato: uno strumento che si deve potenziare per tutti i servizi che potranno aiutare il cliente, dalla centralità dei dati di misura al cambio di gestore. Si osservi il trend crescente della contrattualistica via web e della realizzazione del mini portale utente, dove trovare tutte le informazioni relative alla propria fornitura. Accesso e aggregazione dei dati, utili alla semplificazione e alla consapevolezza.  I dati, appunto. Li chiamano ‘oil of the future'.

Dobbiamo essere consapevoli che la profilazione dei clienti e l'utilizzo dei dati in forma aggregata pongono questioni anche regolatorie su cui una riflessione va fatta. La bolletta diventa sempre di più un veicolo in grado di trasferire informazioni dall’utente al sistema e dal sistema all’utente secondo un circolo virtuoso. È spesso stata fonte di lamentele, non sempre infondate, per la sua leggibilità e l’Autorità ha promosso da tempo – col progetto bolletta 2.0 – un processo di semplificazione che molti operatori hanno colto come spunto per fare anche meglio delle indicazioni regolatorie. Sarà uno strumento che evolverà sempre di più verso un clone digitale che saprà fornire le informazioni in maniera attiva. Potrà quindi diventare uno strumento in grado, oltre che di richiedere un corrispettivo, di dare informazioni sulla qualità del servizio, sulle opportunità offerte dalla crescente digitalizzazione del sistema e sui servizi nuovi che questo abiliterà e potrebbe anche diventare una piattaforma di scambio con l’utente

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