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News / Comunicati Stampa / 16-11-2023

Sicurezza energetica nazionale: una chiamata all’azione per le Regioni e i Comuni

L'Assemblea Pubblica 2023 di Elettricità Futura

L’Italia nel 2022 ha risparmiato 25 miliardi grazie alle rinnovabili, che attualmente rappresentano ancora soltanto il 43% dell’elettricità. Portare le rinnovabili all’84% del mix elettrico significa davvero aumentare la sicurezza energetica e rafforzare l’economia nazionale. Anche di questo si è parlato all’Assemblea Pubblica 2023 di Elettricità Futura, la principale Associazione della filiera industriale del settore elettrico che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano.

Roma, 16 novembre 2023. Aumentare l’indipendenza e la sicurezza energetica nazionale, ridurre i rischi geopolitici e i costi dell’energia, assicurare forniture sostenibili a beneficio della competitività industriale, della crescita economica e della stabilità finanziaria dell’Italia.

Elettricità Futura ha posto al centro dell’Assemblea Pubblica 2023 le priorità più rilevanti del nostro Paese ospitando il punto di vista del Governo con gli interventi in presenza di Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura e di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

È possibile trovare un punto di incontro tra la tutela del patrimonio artistico e culturale dell’Italia, il più grande al mondo, e la transizione energetica, una priorità per contrastare l’emergenza climatica e aumentare la sicurezza energetica. Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, nel suo intervento in Assemblea ha portato ad esempio il progetto di efficienza energetica, riqualificazione e valorizzazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte. La transizione energetica è un dato ontologico della nostra realtà, è una sfida che noi non possiamo non raccogliere, e in questo ambito, è auspicabile che il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica collaborino con buonsenso e razionalità nel governare la transizione.

Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che la presenza all’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura di due Ministeri con competenze differenti dimostra l’importanza di lavorare in sinergia nell’interesse del Paese. La decarbonizzazione a livello mondiale è Il Tema e la transizione energetica è una grande occasione per l'Italia. Non è la sfida di Elettricità Futura o di una parte di un settore dell'energia o di un Dicastero, è la sfida del Paese. Il Piano Energia Clima pone obiettivi in linea con il Piano elettrico 2030 di Elettricità Futura che prevede 143 GW di potenza rinnovabile installata, un traguardo che auspicabilmente potrà anche essere superato.

L’Assemblea Pubblica 2023 - condotta e moderata da Mariangela Pira, Giornalista Sky TG 24, che ha da poco meritato Il Premiolino, il più antico e prestigioso riconoscimento dedicato al mondo dell’informazione in Italia - ha riunito anche i Rappresentanti delle Regioni, dei Comuni, i Sindaci, Legambiente e le principali imprese del settore elettrico italiano in un confronto che si è concluso con l’intervento di Stefano Besseghini, Presidente ARERA.

Accelerate la transizione energetica. È l’appello congiunto rivolto ai Governi europei dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e che Elettricità Futura rivolge, ancora una volta, a tutti i livelli di governance del Paese. Per IEA, BCE e BEI realizzare la transizione energetica è vitale affinché l’Europa rimanga una potenza industriale globale, e non sia più un facile ostaggio, procrastinare la transizione e gli obiettivi climatici farà aumentare il conto da pagare.

Oggi rispetto al 2021 la finestra di possibilità di mantenere l’aumento della temperatura a 1,5°C si è ristretta e per raggiungere il target dobbiamo triplicare le installazioni annue di nuove rinnovabili. Secondo IRENA, è tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile passare dagli attuali 300 GW/anno di nuove rinnovabili nel mondo a 1.000 GW/anno entro il 2030.

“Nel mondo oltre l'80% di nuova potenza elettrica realizzata nel 2022 è stata rinnovabile (300 GW su 360 GW), perché le rinnovabili riducono i costi e assicurano le forniture. Per creare questi benefici anche in Italia, Elettricità Futura ha elaborato il Piano elettrico 2030 che, in coerenza con il REPowerEU, ha l’obiettivo di arrivare all’84% di rinnovabili nel mix elettrico nazionale rispetto all’attuale 43%” ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura.

Per centrare il target 84% elettricità rinnovabile e creare oltre 360 miliardi di euro di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro in Italia, occorrono 143 GW di potenza rinnovabile installata e 80 GWh di accumuli di grande taglia entro il 2030, e bisogna anche rendere strutturale il meccanismo della capacità e sviluppare la rete elettrica. Per arrivare a 143 GW installati, dobbiamo realizzare 12 GW di nuova potenza rinnovabile all'anno in Italia. Quindi, nel periodo 2024-2030 dobbiamo installare almeno 84 GW, di cui 56 GW di fotovoltaico, 26 GW di eolico e 2 GW di idroelettrico, bioenergie e geotermico.

“Ritengo importante fare chiarezza su alcuni aspetti dell’attuale dibattito in Italia sulla transizione energetica. C’è differenza tra importare tecnologie e importare gas. Ipotizziamo di avere un budget di 100 euro: è più conveniente acquistare impianti fotovoltaici o gas? Secondo i dati dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, a parità di budget investito, gli impianti fotovoltaici ci danno anche oltre 3 volte più energia elettrica rispetto al gas. Peraltro, questo calcolo considera tutti i costi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, mentre per il gas tiene conto soltanto del costo della materia prima.

La seconda questione da chiarire è: bastano i tetti per raggiungere il target 2030? Per rispondere, valutiamo tre scenari. In uno scenario 100% di fotovoltaico sui tetti un MWh costa 180 €. Nello scenario del Piano elettrico 2030 che prevede 30% sui tetti e 70% a terra, si ha un costo di generazione di 110 €/MWh. In un terzo scenario, 100% fotovoltaico a terra, generare 1 MWh costa 80 €. Quindi, gli impianti fotovoltaici sui tetti hanno un costo di generazione dell’energia più che doppio di quello degli impianti a terra. Lo scenario del Piano 2030 consente oltre 20 miliardi di risparmi sulla generazione (2024-2030) rispetto al 100% sui tetti”, ha spiegato Re Rebaudengo.

Un terzo aspetto su cui si è fatto chiarezza all’Assemblea Pubblica è che le rinnovabili non sottraggono terreno all'agricoltura e non danneggiano i suoli. Raggiungere il target del Piano elettrico 2030 richiede solo lo 0,2% del territorio. Peraltro, gli impianti fotovoltaici non implicano impermeabilizzazione del suolo e/o coperture artificiali permanenti (a differenza del cemento degli edifici e dell'asfalto delle strade). La superficie utilizzata dal fotovoltaico torna al suo utilizzo precedente terminata la vita utile dell’impianto: le imprese hanno l’obbligo di riportare le aree alle condizioni iniziali.  

Il dibattito è proseguito con la prima Tavola rotonda “L’energia delle Regioni e dei Comuni per la sicurezza dell’Italia”.

In Sicilia assistiamo alla forte crescita di nuovi progetti rinnovabili. Sarebbe auspicabile da una parte alleggerire il peso della burocrazia e dall’altra migliorare il coordinamento tra la Commissione VIA nazionale e la Commissione VIA regionale affinché i progetti che hanno ottenuto l’ok a livello centrale riescano poi ad ottenere anche la VIA regionale, due questioni rilevanti poste a Gaetano Armao, Presidente Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali, Regione Siciliana.

Elettricità Futura ha consolidato da anni un accordo di collaborazione con il GSE, un attore strategico per la transizione energetica. Paolo Arrigoni, Presidente GSE, ha approfondito le grandi nuove responsabilità che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha affidato al GSE, tra cui ulteriori attività specialistiche relative al PNRR.

Il Governo ha avviato un susseguirsi di interventi di semplificazione, apprezzabili nell’intento ma con l’effetto spesso contrario di far emergere contraddizioni e contrapposizioni fra le azioni nazionali e i provvedimenti delle Regioni. L’intervento di Massimiliano Atelli, Presidente Commissione VIA-VAS e Commissione Tecnica PNRR-PNIEC, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha delineato possibili soluzioni per migliorare il coordinamento tra norme nazionali e regionali.

Anche per Terna, il gestore della rete elettrica di trasmissione nazionale, la collaborazione e l’interazione con il territorio assumono grande importanza, come ha spiegato Fabio Bulgarelli, Responsabile Affari Regolatori. Nel suo intervento al panel, ha condiviso un aggiornamento delle entrate in esercizio dei nuovi impianti rinnovabili e delle richieste di connessione, approfondendo anche gli elementi caratterizzanti il Piano di Sviluppo 2023, che favorirà l'integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico.

Anita Pili, Coordinatrice Energia Conferenza Regioni e Province autonome, Assessore Industria Regione Sardegna, ha spiegato che è necessario avere un quadro normativo certo e definito in materia di aree idonee, al fine di consentire lo sviluppo degli investimenti nel nostro territorio. Ha aggiunto che occorre creare delle condizioni, che siano al contempo ecosostenibili e performanti dal punto di vista energetico, che ci rendano competitivi: è un traguardo determinante per riuscire a raggiungere gli obiettivi europei, ma soprattutto l’autonomia energetica necessaria, nel tempo, al superamento delle fonti fossili.

Alle “Opportunità della transizione energetica per il Paesaggio e i Beni Culturali” è stata dedicata una sessione dell’Assemblea Pubblica.

Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, da anni porta avanti la necessità di aumentare la consapevolezza che lo sviluppo delle rinnovabili e la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale siano assolutamente conciliabili. Nel suo intervento ha spiegato cosa manca ancora per trasformare questa consapevolezza in realtà e accelerare la decarbonizzazione anche per salvare i territori e le loro bellezze dagli impatti peggiori dell’emergenza climatica.  

Tra le Regioni, è la Sicilia ad avere il più alto target rinnovabili al 2030 con 10 nuovi GW da realizzare. E dalla Regione Siciliana arrivano due esempi di Comuni virtuosi che hanno saputo creare una sinergia tra lo sviluppo delle rinnovabili, la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale e la produzione di eccellenze agricole ed enogastronomiche.

Massimo Grillo, Sindaco Città di Marsala (Provincia di Trapani), ha raccontato come il suo Comune che da anni abbia colto le opportunità della transizione energetica, ospitando impianti rinnovabili di grande taglia in un territorio dal paesaggio di unica bellezza. A Marsala si trovano le saline della riserva naturale dello Stagnone, un ecosistema che attrae turisti da tutto il mondo, un'area archeologica risalente all'epoca dei Fenici, e la Città è anche la culla di pregiati vini, come il famoso Marsala.

Giuseppe Stefio, Sindaco Città di Carlentini (Provincia di Siracusa) ha raccontato l’esperienza di un Comune virtuoso nella gestione dei fondi del PNRR che ha un patrimonio artistico unico. Ospita il Parco archeologico di Leontinoi e Megara, uno dei più antichi al mondo che conserva resti dal Neolitico, e il Comune ha pubblicato i bandi del PNRR per la riqualificazione green del Parco che sarà dotato di illuminazione notturna sostenibile e micro mobilità elettrica. Carlentini è a vocazione energetica, ospita grandi impianti rinnovabili e la Pubblica Amministrazione locale è a lavoro per realizzare nuovi progetti della transizione. È anche a vocazione agricola di altissima qualità, con un microclima unico al mondo che permette la crescita solo in questa zona del tarocco rosso pigmentato.  

All’Assemblea Elettricità Futura, le imprese leader del settore elettrico hanno condiviso la loro visione sulle azioni prioritarie per aumentare la sicurezza energetica nazionale.

Attualmente, la situazione per le bioenergie non è delle più semplici. I costi di approvvigionamento della materia prima hanno subito forti rialzi e le prospettive future degli impianti sono incerte, con programmi di massimizzazione che esauriscono i propri effetti, minimi garantiti ancora da attuare e vincoli imposti dalla RED III. Luca Alippi, Amministratore Delegato EP Produzione, ha analizzato il ruolo di questa fonte in uno scenario così complesso, anche rispetto al suo legame con il territorio, con le filiere e le industrie locali.

La produzione di energia idroelettrica nazionale, oltre a rappresentare il 40% della produzione rinnovabile italiana, costituisce un sistema infrastrutturale rilevantissimo, sia per prevenire situazioni gravi di piene sia per lo stoccaggio e la regolazione dei flussi idrici. Oltre il 60% degli impianti idroelettrici nazionali ha un’età maggiore di 70 anni. Giuseppe Argirò, Amministratore Delegato CVA, ha spiegato quali azioni si dovrebbero mettere in atto affinché il parco idroelettrico continui ad essere un asset nazionale strategico per la sicurezza e l’indipendenza energetica dell’Italia.

Nei prossimi anni assisteremo a un notevole sviluppo delle energie rinnovabili, e gli impianti programmabili, in particolare quelli termoelettrici, diventeranno sempre più importanti per garantire il bilanciamento e la sicurezza del sistema. Francesco Giunti, Energy Evolution Integrated Initiatives & Regulatory Activity Eni, Presidente EniPower, ha illustrato le sfide e le opportunità per il parco termoelettrico italiano.

In questi ultimi anni è in corso una crescita senza precedenti del numero di impianti da connettere alle reti elettriche, in particolare rinnovabili principalmente di piccola taglia. Le reti italiane sono già un’eccellenza a livello mondiale in termini di innovazione e digitalizzazione e per lo sviluppo delle nuove infrastrutture è fondamentale una stretta collaborazione con il territorio. Nicola Lanzetta, Direttore Italia Enel, ha raccontato l’impegno del Gruppo per rafforzare, digitalizzare e rendere sempre più resiliente la rete di distribuzione.

Come dimostrano le statistiche, l’Italia continua a rimanere tra i fanalini di coda in Europa per la diffusione della mobilità elettrica. Invece, le istallazioni di colonnine elettriche procedono rapidamente, soprattutto nei principali centri urbani. Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale A2A, ha spiegato cosa non ha funzionato nelle politiche attuali e cosa si dovrebbe fare per accelerare la mobilità elettrica, condividendo anche le esperienze di A2A nelle infrastrutture di ricarica.

Per raggiungere il target del Piano elettrico 2030, la potenza eolica installata in Italia dovrà triplicare nei prossimi sette anni. Significa riuscire a realizzare quasi 4 GW all’anno di nuovi impianti eolici. Tuttavia, nel 2022 abbiamo installato solo 500 MW di eolico e nel 2023 è atteso un valore simile. L’intervento di Paolo Luigi Merli, CEO ERG, ha fatto chiarezza sulle principali barriere che ostacolano lo sviluppo dell’eolico in Italia, sia dei nuovi impianti, sia dei progetti di repowering, ostacoli da superare con urgenza per consentire la crescita della filiera industriale eolica.

Una volta approvato dalla Commissione europea partirà il meccanismo per l’approvvigionamento a lungo termine della capacità di stoccaggio elettrico (MACSE), uno strumento fondamentale per accompagnare la crescita dei nuovi impianti rinnovabili. Nicola Monti, Amministratore Delegato Edison, ha approfondito il ruolo dei sistemi di accumulo nel sistema elettrico italiano e ha spiegato in che modo l’Italia potrebbe aumentare l’indipendenza dalle importazioni di materie prime strategiche per la transizione.

Secondo il Piano elettrico 2030, dobbiamo installare 56 GW di nuovo fotovoltaico in Italia. C’è la necessità di accelerare la realizzazione dei nuovi progetti, specialmente di scala industriale. Pietro Pacchione, Head of Project Development and Asset Management di Tages Capital SGR, ha spiegato che ancora troppo spesso i progetti vengono bloccati dalle opposizioni locali e dai dinieghi autorizzativi, dovuti anche ai falsi miti legati al consumo di suolo, e che è necessario anche apportare correttivi alla bozza di Decreto aree idonee. 

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