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News / Scelti da noi / 29-09-2020

Aste Fer 1. Lega: “Sistema ha fallito, così target Pniec non si centrano”

Arrigoni: “Pochi impianti ammessi e con prezzi più alti, che limitano sviluppo Ppa e impattano su bollette. E il Semplificazioni è stata un’occasione persa”


“L’analisi delle graduatorie del bando 3 del DM Fer1, pubblicato dal Gse giovedì 24 settembre, certifica il fallimento (prevedibile alla luce dell’esito del bando 2) del sistema di accesso agli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica a fonti rinnovabili”.

Ad affermarlo è il senatore Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia della Lega. Una posizione in realtà non dissimile da quella espressa venerdì dal presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo (QE 25/9).
L’esponente del Carroccio ricorda che “su un contingente di potenza disponibile pari a 1.340 MW, in posizione utile sono risultati soli 434 MW, risultando dunque non assegnati ben 907 MW, cioè oltre i due terzi”. Le scarse domande, aggiunge, “riguardano tutte le tipologie di impianti, sia quelli nuovi sia i rifacimenti: eolici on shore, solari fotovoltaici e idroelettrici”. Solo gli idro di piccole dimensioni, rimarca Arrigoni, “esauriscono il proprio contingente, che però è troppo esiguo come la Lega aveva denunciato a più riprese in fase di predisposizione del DM Fer 1”.
“Le criticità per l’ottenimento delle autorizzazioni, unite alle problematiche dovute all’emergenza sanitaria – prosegue l’esponente della Lega - fanno e faranno sì che gli obiettivi del governo al 2030 scritti nel Pniec (probabilmente da aumentare alla luce dei nuovi target a cui stanno pensando a Bruxelles) non saranno assolutamente raggiunti se non ci sarà una vero cambio di passo”.
E anche il Decreto Semplificazioni, che “a detta del premier Conte doveva essere ‘La madre di tutte le riforme’, è stata l’ennesima occasione persa ed in realtà non produrrà nessun effetto tangibile”, sottolinea Arrigoni, ricordando gli emendamenti respinti “presentati dalla Lega, ma anche da altri gruppi, volti a rimuovere le criticità o a semplificare gli iter autorizzativi, per consentire che molti investimenti potessero essere portati a termine nei limiti dei contingenti stabiliti dal decreto”.
Il senatore leghista si sofferma infine sugli “alti prezzi di asta”, che hanno raggiunto “circa 65 euro MW/h: un livello di quasi 20 euro MW/h superiore ai prezzi di mercato”. Una differenza che impatta sui consumatori italiani ma “addirittura innesta un circolo vizioso perché rende diseconomici altri strumenti di mercato, come ad esempio i Ppa”.
“Questa inaccettabile inefficienza autorizzativa – conclude Arrigoni - porta a un’inefficienza delle aste e, in ultima analisi, a famiglie e imprese italiane che verranno ulteriormente tartassate in bolletta”.

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