Il nuovo rapporto della Commissione europea sul funzionamento dell’EU ETS, il sistema di scambio delle quote di emissione, conferma il ruolo centrale del mercato del carbonio nella strategia climatica dell’Unione. Nel 2024, le emissioni degli impianti industriali e del settore energetico soggetti all’ETS sono diminuite del 5,8% rispetto al 2023, portando il totale a circa il 50% in meno rispetto ai livelli del 2005. Questo risultato è stato trainato dalla crescita delle rinnovabili (47,2% della produzione elettrica UE) e dal calo dell’uso di carbone e gas naturale, nonostante una leggera ripresa di alcuni comparti industriali.
Il sistema ETS ha generato ricavi per 38,8 miliardi di euro, destinati in larga parte ai bilanci nazionali per finanziare progetti di decarbonizzazione, efficienza energetica, mobilità sostenibile e supporto sociale. Fondi specifici come l’Innovation Fund e il Modernisation Fund hanno sostenuto oltre 190 progetti innovativi in 27 Paesi, mentre il Social Climate Fund, operativo dal 2026, mobiliterà almeno 86,7 miliardi per mitigare l’impatto sociale della transizione nei settori edilizia e trasporti.
Tra le novità del 2024 spicca l’estensione dell’ETS al trasporto marittimo, con una fase di avvio che copre già 89,8 milioni di tonnellate di CO2. Il prezzo medio della CO2 si è attestato a 64,74 €/tonnellata, in calo rispetto al 2023 ma con una dinamica di mercato stabile e supervisionata dall’ESMA.
Nel 2023, nell’ambito della revisione della Direttiva ETS, è stato inoltre formalmente istituito l’ETS2, il nuovo sistema di scambio delle emissioni dedicato ai settori degli edifici, dei trasporti stradali e di alcune piccole attività industriali attualmente escluse dall’ETS esistente, e inizialmente previsto per entrare in vigore nel 2027. A seguito della recente decisione del Consiglio e del Parlamento europeo, la sua applicazione sarà tuttavia posticipata al 2028.
Il report evidenzia anche la progressiva riduzione delle quote gratuite per l’industria, la piena operatività del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) dal 2026 e il rafforzamento dei meccanismi di controllo e trasparenza. L’EU ETS si conferma così uno dei principali motori della transizione industriale europea, sostenendo investimenti, innovazione e giusta transizione verso la neutralità climatica.
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