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Progetto pilota UVAM – Aggiornamento modalità di determinazione Strike price e proposte per evoluzione del Progetto pilota

Osservazioni Elettricità Futura (07/07/2022)

Elettricità Futura ha trasmesso una lettera ad ARERA contenente osservazioni di dettaglio e proposte per l’aggiornamento della modalità di determinazione dello strike price per il progetto pilota UVAM, rinnovando la propria disponibilità per un incontro tecnico.

L’aumento dei prezzi dell’energia ha avuto un impatto significativo sul meccanismo UVAM, in particolare per quanto riguarda la procedura a termine. Lo strike price riconosciuto, sia alle unità di consumo che agli impianti di produzione che partecipano al pilota UVAM, deve tenere conto delle variazioni in aumento di PUN e prezzo zonale, onde evitare oneri significativi in capo agli operatori nel momento in cui viene effettivamente prestato il servizio. Per ovviare a tale criticità, secondo Elettricità Futura occorrerebbe rideterminare lo strike price, passando dall’attuale valore fisso ad uno variabile calcolato sulla base di una formula indicizzata ai prezzi dell’energia.

Le soluzioni proposte:

  • estendere al meccanismo UVAM lo strike price già previsto nel Capacity Market;
  • definire uno strike price mensile aggiornando gli attuali valori (200/400 €/MWh) sulla base della differenza tra un valore medio mensile dello strike price del Capacity Market e una base di riferimento.

Per entrambe le proposte si dovrebbe comunque prevedere un tetto minimo in modo che lo strike price UVAM non possa scendere al di sotto dei valori minimi di riferimento.


Leggi il testo integrale della lettera, che comprende ulteriori considerazioni relative al Regolamento del progetto pilota.



Gentile Direttore,

facendo seguito alla nostra precedente segnalazione in tema del 30 marzo scorso, nella presente lettera elaboriamo più in dettaglio le nostre proposte per l’aggiornamento della modalità di determinazione dello strike price per il progetto pilota UVAM e forniamo alcune osservazioni e proposte per il proseguimento del progetto pilota stesso.

Come già evidenziato, l’aumento dei prezzi dell’energia ha avuto un impatto significativo sul meccanismo UVAM, in particolare per quanto riguarda la procedura a termine. Le Regole di funzionamento del progetto prevedono infatti che il BSP, in caso di offerta a salire, debba restituire all’Utente del Dispacciamento (UDD) un ammontare pari al prodotto fra l’energia movimentata e il PUN (in caso di prelievo) o il prezzo zonale (in caso di immissione). Al contempo, il BSP nel caso di procedura a termine riceve per il servizio prestato a salire una remunerazione variabile al più pari allo strike price di 200/400 €/MWh.

Nella fase di mercato attuale, si sono registrati valori di PUN/prezzo zonale superiori allo strike price per cui il BSP ha dovuto restituire all’UDD più di quanto riconosciuto da Terna. In aggiunta ricordiamo che, in base a quanto previsto dai contratti sottoscritti con i clienti, i BSP spesso devono corrispondere al cliente anche un ammontare per l’esecuzione dell’ordine di dispacciamento. Da quanto sopra, emerge chiaramente che lo strike price riconosciuto, sia alle unità di consumo che agli impianti di produzione che partecipano al pilota UVAM, non può non tenere conto delle variazioni in aumento di PUN e prezzo zonale, onde evitare oneri in capo agli operatori anche significativi nel momento in cui viene effettivamente prestato il servizio. Per ovviare a tale criticità, occorrerebbe rideterminare lo strike price, passando dall’attuale valore fisso ad uno variabile calcolato sulla base di una formula indicizzata ai prezzi dell’energia.

Di seguito due possibili soluzioni:

  • estendere al meccanismo UVAM lo strike price già previsto nel Capacity Market (che dipende dal costo variabile di un ipotetico impianto di riferimento turbogas a ciclo aperto alimentato a gas naturale e quindi sostanzialmente legato alle variazioni del prezzo del gas);
  • definire uno strike price mensile aggiornando gli attuali valori (200/400 €/MWh) sulla base della differenza tra un valore medio mensile dello strike price del CM ed una base di riferimento (esempio: strike price CM 2019).

Per entrambe le proposte si dovrebbe comunque prevedere un tetto minimo in modo che lo strike price UVAM non possa scendere al di sotto dei valori di riferimento di 200/400 €/MWh stabiliti da ARERA e del PUN/prezzo zonale. In altre parole, l’aggiornamento del valore dello strike price dovrebbe applicarsi solo per variazioni in aumento rispetto a questi ultimi valori di “base”.

Nelle more di una modifica della regolazione che vada auspicabilmente nella direzione di cui sopra, come misura straordinaria e contingente, si potrebbe ragionare su una soluzione in cui si considera un valore del PUN pre-crisi (ad es. media del 2020, tenuto conto che gli attuali strike price sono stati per la prima volta proposti nel 2020) e si prevede un aggiornamento mensile dei valori dello strike (200/400 €/MWh) pari al differenziale fra un valore medio del PUN e la media 2020 presa come riferimento (es: media PUN febbraio 2022 – media PUN 2020 = delta da applicare allo strike price 200/400 €/MWh per ottenere il valore dello strike riconosciuto nel mese di marzo 2022).

In ogni caso eventuali soluzioni che prevedono uno strike price allineato al PUN andrebbero a sanare solo parte dell’attuale perdita sostenuta dal BSP, in quanto non si terrebbe conto della remunerazione che il BSP deve versare al cliente per l’esecuzione dell’ordine di dispacciamento.

 Fermo restando l’importanza di definire quanto prima l’evoluzione post-2022 del progetto UVAM, riportiamo di seguito alcune proposte e ulteriori considerazioni relative al Regolamento del progetto pilota:

  • Il margine massimo di errore del 10% (calcolato in valore assoluto) per il superamento dei test di affidabilità rappresenta una soglia sfidante, soprattutto per i nuovi clienti industriali che si affacciano per la prima volta sul Mercato dei servizi (MSD). Un altro elemento che dovrebbe essere, a nostro avviso, superato è rappresentato dal fatto che un “over performance” (e cioè l’erogazione di una quantità di energia maggiore rispetto alla richiesta di Terna) viene considerata ai fini del superamento dei test di affidabilità al pari di una mancata erogazione di energia. Ciò a differenza di quanto avviene nel caso di un ordine di dispacciamento «ordinario».

  • La possibilità di modificare la composizione dell’UVAM, senza ripetere le prove tecniche di abilitazione, è consentita solo in caso di variazione percentuale (in valore assoluto) della Potenza Massima Abilitata non superiore al 30%. L’applicazione della suddetta soglia, unitamente ai tempi tecnici richiesti dalle prove di abilitazione (fino a 60 giorni), rende difficile una gestione «flessibile» degli aggregati. Per tale ragione occorrerebbe valutare modalità più flessibili di gestione degli aggregati, ad esempio attraverso una riduzione dei tempi previsti per le prove tecniche di abilitazione delle UVAM (che possono arrivare fino a 60 gg).

  • Nei casi di UVAM in cui siano inserite unità di consumo che prestano anche il servizio di interrompibilità istantanea, Terna nella valutazione degli ordini di dispacciamento dell’UVAM effettua un controllo anche sulla variazione della potenza assorbita dai carichi interrompibili (per verificare che non sia di verso opposto rispetto alla modulazione fornita dall’UVAM). Tali carichi “interrompibili” non sono ricompresi nell’aggregato UVAM e, solitamente, presentano potenze molto maggiori rispetto a quelle degli altri carichi del cliente e sono caratterizzati da un’elevata variabilità nei consumi; vi è, quindi, un’elevata probabilità che la performance complessiva dell’UVAM venga inficiata dalle variazioni nel consumo di questi carichi che, però, non sono direttamente controllabili dal BSP. Ciò scoraggia fortemente la partecipazione di questa tipologia di clienti al Progetto Pilota.

  • Prevedere la possibilità per il BSP di aggiornare la baseline dell’UVAM in prossimità del tempo reale, elemento rilevante in particolare in caso di presenza di Unità di Consumo, i cui prelievi dipendono dal comportamento del cliente che è variabile ed esogeno rispetto al controllo del BSP.

  • Snellire le procedure di passaggio di un punto di dispacciamento inserito in un UVAM ad una UVAM di un nuovo BSP a cui il cliente fosse interessato ad essere trasferito e la relativa abilitazione, che ad oggi richiedono tempistiche elevate.

  • Avviare una riflessione sia con riferimento alla quantificazione del contingente complessivo messo ad asta da Terna sia con riferimento alla ripartizione dello stesso fra prodotto pomeridiano e prodotti serali in modo da valorizzare il prodotto pomeridiano.

  • Gli attuali meccanismi di verifica sulla fattibilità valutati sulla singola UVAM disincentivano assegnazioni di lungo periodo, poiché congelano l’impegno contrattuale su un arco temporale che può prevedere, per esempio, stagionalità delle risorse. La possibilità già prevista dal Regolamento UVAM di rilasciare definitivamente MW - 1 sola volta per anno solare e per non più del 50% dei MW - non risulta sufficiente a garantire la flessibilità necessaria. Per permettere di gestire al meglio variazioni nella disponibilità delle risorse dovrebbe esser permesso al BSP di ridistribuire mensilmente, nelle medesime Aree di Assegnazione, i MW di Prodotto a termine tra le diverse UVAM. Questo consentirebbe la massimizzazione dell’operabilità complessivamente fornita dalle UVAM afferenti al singolo BSP.


Rinnoviamo la nostra piena disponibilità per un incontro tecnico in cui discutere sia delle proposte di aggiornamento della modalità di determinazione dello strike price, che del futuro del progetto pilota.

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