Con il Green Deal e la Legge sul Clima, l’Unione Europea ha avviato una trasformazione strutturale che mette la sostenibilità al centro delle scelte economiche e finanziarie. Per rispettare gli obiettivi posti ormai dieci anni fa nell’Accordo di Parigi non basta incrementare gli investimenti verdi, ma serve anche spostare capitali verso tecnologie pulite, economia circolare e resilienza climatica.
Nel documento “Consistency of financial flows with the Paris Agreement objectives – the EU navigating the transition towards climate neutrality and resilience” la Commissione europea traccia un quadro dettagliato delle politiche adottate per orientare i flussi finanziari verso un modello economico a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici. Il testo evidenzia progressi significativi, ma anche la necessità di un’accelerazione per mobilitare gli investimenti richiesti dalla transizione. Tra gli strumenti più incisivi, l’EU ETS — il principale mercato del carbonio al mondo — continua a ridurre le emissioni e a generare risorse destinate all’Innovaztion Fund e al Modernisation Fund. A questo si affianca il CBAM, il meccanismo che applica un prezzo del carbonio sulle importazioni più inquinanti, prevenendo la delocalizzazione delle emissioni e incentivando l’adozione di carbon pricing nei Paesi terzi. Sul fronte industriale, il Green Deal Industrial Plan e il Net-Zero Industry Act puntano a rafforzare la competitività europea nelle tecnologie pulite, semplificando permessi e orientando investimenti verso filiere strategiche come rinnovabili, idrogeno e accumulo.
Finanza sostenibile: trasparenza, standard e nuovi criteri di rischio
La Sustainable Finance Strategy europea si basa su tre pilastri:
- EU Taxonomy, la bussola che definisce quali attività sono realmente sostenibili;
- CSRD e standard ESRS, che rafforzano la rendicontazione di sostenibilità delle imprese;
- SFDR, il quadro che aumenta la trasparenza dei prodotti finanziari e contrasta il greenwashing.
In parallelo, la vigilanza bancaria integra i rischi climatici nei requisiti prudenziali e negli stress test, per evitare future instabilità finanziarie legate al clima.
Budget UE e fondi dedicati: oltre 650 miliardi per il clima
Il bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027 e NextGenerationEU contribuiscono con oltre 658 miliardi di euro alla spesa climatica, grazie a:
- Recovery and Resilience Facility, con una quota minima del 37% dedicata al clima;
- Cohesion Policy, che finanzia riduzione delle emissioni, protezione dalle calamità e riqualificazione energetica;
- Just Transition Fund, per accompagnare territori e lavoratori nella transizione;
- InvestEU, che mobilita investimenti privati in infrastrutture sostenibili;
- LIFE e Horizon Europe, che sostengono innovazione, adattamento e tecnologie pulite.
Il documento sottolinea che il riallineamento della finanza richiede un cambio di paradigma: meno risorse ai combustibili fossili, più investimenti in innovazione e adattamento, e un sistema finanziario capace di integrare rischi climatici e opportunità della transizione. Pur riconoscendo i progressi, la Commissione evidenzia la necessità di un’accelerazione coordinata — in Europa e a livello internazionale — per colmare il divario di investimenti e garantire una transizione equa, competitiva e resiliente.
Leggi il report della Commissione Europea qui