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News / News / 29-11-2017

Forum QualEnergia: trasformare i target in strumenti

Elettricità Futura protagonista della prima giornata del forum di QualEnergia? nei dibattiti sul “Piano clima ed energia” e sugli strumenti di ricerca e innovazione, necessari per il futuro dell’elettricità

Politiche energetiche e innovazione sono le parole chiave di un Paese che vuole guardare avanti verso la piena decarbonizzazione. Come afferma Edoardo Zanchini, Vice Presidente di Legambiente “Enel, Terna ed Elettricità Futura ci hanno fatto già capire qual è la direzione verso cui sta andando il mondo”.

La posizione di Legambiente elaborata da eLeMeNs rivela target più ambizioni di quelli designati dal Governo. Se la quota sui consumi finali delle rinnovabili al 2030 prevista dalla SEN è pari al 28%, Legambiente crede fortemente che possa essere raggiunto il 40% nel 2030 e l’85% nel 2050 (a fronte del 55% della SEN). Come affermato da Andrea Marchisio di eLeMeNS: “Il target di Legambiente delle FER al 2030 anticipa di quasi 20 anni quello della SEN al 2050. È fondamentale però che l’efficienza sia pervasiva in tutti i settori, in particolar modo quello civile e industriale”. La SEN prevede inoltre che al 2030 le fonti rinnovabili coprano il 55% della domanda elettrica. Secondo Legambiente questa penetrazione dovrà invece raggiungere i 2/3 della domanda.

Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura, parla della nascita della nuova associazione come della conseguenza naturale del settore. “Ora occorre concentrarsi sugli strumenti”, spiega Mori, “la diffusione dei veicoli elettrici contribuirà sia alla riduzione dell’import di fonti primarie fossili, sia al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti, nonché a un grande beneficio sul fronte della qualità dell’aria in ambiente urbano. I veicoli elettrici, infatti, non generano alcuna emissione diretta: niente ossidi di azoto, niente idrocarburi, niente particolato derivante dai processi di combustione e un impatto acustico enormemente inferiore, dovuto essenzialmente al rotolamento dei pneumatici. Certamente, la mobilità elettrica imporrà un significativo sviluppo infrastrutturale, ma si tratta di interventi relativamente semplici da adottare, a fronte dei quali si paleserebbero importanti vantaggi rispetto a ogni altra tecnologia”.

La SEN è un ottimo punto di partenza per Carlo Tamburi, Direttore Italia Enel. È però necessaria una maggiore attenzione negli aspetti di regolamentazione e nell’assonometria dei mercati. Il maggior pragmatismo sulle cose da fare, la coesione tra i vari ministeri e una visione a lungo termine, secondo Tamburi, sono i maggiori sforzi che il nostro Paese deve compiere.

Diventa invece prioritario per Luigi Michi, Responsabile Strategia e Sviluppo Terna e AD di Terna Plus, gestire le nuove fragilità che inevitabilmente il nuovo sistema presenterà: strumenti come gli accumuli e il capacity market dovranno quindi accompagnare le rinnovabili. Come spiega Michi “Il capacity market è una leva a due velocità: nell’immediato ha una funzione di trattenimento rispetto al possibile phase out di impianti efficienti e a lungo termine innesca gli investimenti di nuovi impianti in misura chirurgica”. Secondo Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia?, occorre potenziare il comparto dell’edilizia in un’ottica di politica industriale, mentre “la mobilità elettrica è un settore che va maggiormente incentivato, a partire dalla SEN”.

 

Silvia Velo, Sottosegretario Ministero dell’Ambiente, sottolinea il ruolo positivo della Presidenza del Governo italiano al Tavolo di Parigi e, con particolare riferimento al Piano Clima ed Energia, il documento che i Paesi membri dovranno adottare entro il 2018, spiega che “è questo lo strumento operativo per l’attuazione della SEN e sarà quella la sede che rivelerà la vera motivazione del Governo. Contiamo di averlo pronto all’inizio del prossimo anno”.

Il dibattito si è poi concentrato su ricerca e innovazione, intesi come i due asset fondamentali per poter immaginare un nuovo sistema energetico in Italia. Secondo Stefano Besseghini, Presidente e AD di RSE “La vera sfida è aumentare l’intensità energetica di queste tecnologie. Chi fa ricerca deve ricevere un investimento su medio e lungo periodo, i temi di ricerca devono essere frutto di una discussione con i gruppi industriali”.  Proposta che viene positivamente accolta da Andrea Zaghi, Direttore Affari e Servizi Associativi di Elettricità Futura, “Elettricità Futura è sempre aperta alla ricerca e all’innovazione, come imprese dobbiamo essere proattive monitorando il settore elettrico anche in ambito manifatturiero. Non possiamo correre il rischio che le rinnovabili vengano sviluppate lontano dall’Italia”.

Tra le tecnologie protagoniste nei prossimi anni troveremo la batteria al litio. Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, ha annunciato l’avvio di un processo di recupero completo della batteria al litio che verrà presentato nella primavera 2018. “L’economia circolare ha questo imperativo e se non ci poniamo lo stesso obiettivo per qualsiasi prodotto industriale, non riusciremo a raggiungere neanche i target ambientali”, conclude Morandi.

Fabio Patti, Global Sales Director Tawaki, riporta a questo proposito lo studio di Bloomberg che prevede nel 2025 un costo della batteria al litio al di sotto degli 80 dollari al kWh. “Le auto a propulsione elettrica avranno quindi lo stesso costo di produzione delle vetture con componente termica” conclude Patti.

 

 

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