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News / News / 30-08-2022

Re Rebaudengo, "La politica sblocchi le rinnovabili per uscire dalla crisi climatica ed energetica"

Su La Repubblica l'articolo di Luca Fraioli

Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura tra i sostenitori dell'appello degli scienziati alla politica per il clima verso le 200mila firme. "Semplificare le procedure per nuovi impianti di energia elettrica rinnovabile per emanciparci dai fossili."

Condividiamo un estratto dell'intervista di Luca Fraioli al Presidente Re Rebaudengo pubblicata su La Repubblica.

Cosa chiedete al nuovo governo che uscirà dalle urne?
"Innanzitutto un tavolo permanente per continuare a semplificare le procedure affinché si realizzino nuovi impianti di energia elettrica rinnovabile. Sono gli unici che ci permetteranno di emanciparci dall'importazione e quindi dalla dipendenza dai fossili. Perché lasciare la Russia per finire in Algeria o in Congo non è che ci aiuti moltissimo. Certo, meglio che un unico fornitore ma non risolve il problema".
 

L'individuazione delle aree idonee alla costruzione di impianti eolici e fotovoltaici dovrebbe abbattere le controversie. Come procede?
"Con grandi ritardi. Il censimento nazionale sarebbe dovuto terminare al più tardi a giugno e invece è ancora in corso. Ma sulle aree idonee, oltre al problema dell'individuazione, c'è un problema altrettanto grave e che finora nessuno a sollevato: quello dei costi di acquisto dei terreni".
 

Temete speculazioni?
"Un'area definita idonea aumenterà immediatamente di valore, come succede a un terreno che da agricolo diventa edificabile. I proprietari cercheranno di trarne il massimo vantaggio economico spingendo il prezzo verso l'alto. Ma se non vogliamo stare al buio e avere un prezzo ragionevole dell'energia anche quel terreno deve poter essere comprato a prezzi ragionevoli".
 

Come se ne esce?
"Noi chiediamo al governo di valutare un price cap, un tetto massimo al prezzo delle aree idonee".
 

E se i proprietari non volessero vendere a quel prezzo?
"Temo che occorrerà prendere in considerazione la possibilità di espropriare i terreni, come si fa quando c'è da costruire altre infrastrutture strategiche per il Paese: strade, ferrovie, elettrodotti... Altrimenti finiremo per dare energia ai servizi primari, dagli ospedali ai semafori, e la taglieremo agli altri. Negli ambienti industriali si parla già apertamente di razionamento dell'energia, visti i prezzi attuali del gas... Se vogliamo avere un prezzo ragionevole dell'energia, anche i terreni destinati alle rinnovabili devono poter essere comprati a prezzi ragionevoli".
 

Siete critici anche sul ritardo normativo relativo al biometano. Cosa sta succedendo?
Il 5 agosto è stata varata una proroga delle norme vigenti che però, se aiuta chi ha già iniziato la realizzazione dell'impianto, penalizza chi vorrebbe costruirlo. È uno stallo che blocca il settore da nove mesi. Inoltre le bozze del nuovo decreto sono deludenti perché impongono un tetto al prezzo del biometano che poteva avere senso mesi fa, quando l'energia costava molto meno di oggi. Ma con le nuove tariffe quel price cap rende antieconomico produrre biometano dai nostri rifiuti organici".

L'intervista completa.

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