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News / Scelti da noi / 01-12-2020

La sfida di Elettricità Futura

E' disponibile l'intervista completa del Presidente di Elettricità Futura per la rivista Banca Finanza

L’energia è uno dei temi chiave a supporto dell’Economia Industriale del Paese. Non potevamo che affrontare l’argomento se non intervistando uno dei più Illustri esponenti in materia, il presidente e amministratore delegato di Asja Ambiente (società che fin dal 1995 progetta, costruisce e gestisce impianti che generano energia rinnovabile contribuendo alla lotta al cambiamento climatico) nonché neo-presidente di Elettricità Futura, il Dott. Agostino Re Rebaudengo.

Innanzitutto vivissimi complimenti per la prestigiosa e strategica elezione all’unanimità quale Presidente di “Elettricità Futura”, l’Associazione aderente a Confindustria, che rappresenta oggi oltre il 70% dei produttori di energia elettrica prodotta dal nostro Paese. Ma come nasce l’associazione?
“È stato per me un onore raccogliere questa sfida e la fiducia riposta in me. Credo sia doveroso ringraziare il presidente uscente Simone Mori per aver interpretato e tutelato al meglio gli interessi dell’intera filiera, il direttore Andrea Zaghi e tutto lo staff per l’importante lavoro svolto fin dalla nascita dell’associazione, nel 2017. Elettricità Futura nasce infatti il 27 aprile 2017 dall’integrazione tra Assoelettrica e AssoRinnovabili. Si tratta di una realtà nuova, che affonda però le sue radici nella storia dello sviluppo del settore elettrico italiano: questo percorso inizia nel 1946, con la nascita di Unapace, l’associazione delle imprese elettriche private, che nel 2002 prenderà il nome di Assoelettrica - Associazione nazionale delle imprese elettriche. Parallelamente, nel 1987 nasce AssoRinnovabili - associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili, con l’obiettivo di rappresentare i produttori di energia verde, i fornitori di servizi professionali, tecnologie e componenti attivi nella filiera green. Nel 2015 inizia il percorso di avvicinamento tra le due associazioni, fino alla fusione, chiara indicazione di una volontà di contribuire insieme e non in contrapposizione all’evoluzione energetica del Paese”.

Anche se la denominazione è già di per sé esplicativa, quale è la Mission di “Elettricità Futura”?
“Elettricità Futura associa produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili e da fonti convenzionali, distributori e fornitori di servizi e trader, al fine di contribuire a creare le basi per un mercato elettrico efficiente e per rispondere alle sfide del futuro. Decarbonizzazione ed efficienza energetica richiedono, infatti, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, il pieno utilizzo degli impianti di generazione ad alta efficienza, la fornitura di servizi adeguati, lo sviluppo del sistema di distribuzione e l’elettrificazione degli usi finali dell’energia. Elettricità Futura costituisce ad oggi un caso unico in Europa: aver compreso che stare insieme non significa perdere rappresentatività, ma rafforzarla per vincere le nuove sfide e i cambiamenti che ci attendono. Elettricità Futura fa parte di Confindustria e Confindustria Energia. Rappresenta, insieme a Utilitalia, il settore elettrico italiano in Eurelectric, l’associazione europea del settore, e aderisce a WindEurope, SolarPower Europe e Bioenergy Europe. È inoltre membro di Coordinamento FREE, Res4Med e Motus-E”.

Quali sono le priorità sull’agenda dell’Associazione e che la vedranno impegnato nel prossimo futuro?
“Stiamo attraversando una fase economica molto delicata, che deve spingere il nostro Paese a raccogliere con maggiore convinzione la straordinaria opportunità di sviluppo industriale e di creazione di posti di lavoro offerta dalla transizione energetica. Lavorerò con impegno dialogando con le istituzioni e con gli altri portatori d’interesse affinché le imprese possano investire e raggiungere gli obiettivi al 2030 del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima)”. 

Che impatto ha avuto il lockdown sul consumo di energia e quali spunti e strategie se ne possono ricavare per il futuro?
“Una recente analisi dell’Enea ha evidenziato come l’energia prodotta da fonti rinnovabili nel mese di maggio abbia soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità, raggiungendo un nuovo massimo storico e il sistema elettrico potrebbe rivelarsi uno dei protagonisti della ripartenza del Paese. Certamente abbiamo assistito a un crollo dei consumi (nel mese di aprile, la richiesta di energia elettrica è diminuita del 17% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) e del prezzo dell’energia senza precedenti (a maggio il prezzo è sceso del 52% rispetto al 2019). Anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda metà dell’anno, a fine anno la riduzione del fabbisogno sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6%). Il crollo della domanda di energia derivante dal lock-down, d’altro canto, dovrebbe portare, secondo la IEA, ad una riduzione anche qui senza precedenti delle emissioni di CO2: -8% nel 2020 rispetto al 2019. Tale riduzione di CO2 in realtà è quella che, secondo l’ultimo Emission Gap Report dell’ONU, servirebbe ogni anno dal 2020 al 2030 per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura al 2100 a +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. Questi dati sembrerebbero non conciliabili con la riduzione della CO2. In realtà non è così, e a darcene conferma è un recente studio dell’IRENA secondo cui il percorso di transizione energetica compatibile con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi porterebbe ad un valore aggiunto di 100.000 miliardi di dollari a livello globale entro il 2050, con un ritorno sull’investimento dai 3 agli 8 dollari per ogni dollaro investito. Questi investimenti farebbero inoltre quadruplicare i posti di lavoro nel settore, dagli attuali 11 milioni a oltre 42 milioni”.

E quali sarebbero i benefici economici a livello nazionale dell’introduzione di un sistema energetico decarbonizzato?
“I benefici economici a livello nazionale sarebbero parimenti significativi. Uno studio di Confindustria Energia dedicato alle Infrastrutture energetiche per l’Italia e per il Mediterraneo, pubblicato, anche grazie al contributo delle maggiori associazioni del settore tra cui Elettricità Futura a marzo 2020 (che rappresenta un riferimento valido pur non tenendo in considerazione gli effetti della pandemia), ha stimato che la realizzazione delle infrastrutture energetiche per implementare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) necessiterà 110 miliardi di euro di investimenti nelle infrastrutture energetiche (reti, impianti di produzione, accumuli ecc.), che genereranno 350 miliardi di euro di valore aggiunto e 135.000 posti di lavoro. Questi numeri, di per sé molto rilevanti, non includono l’incremento dei target di riduzione delle emissioni climalteranti legati alle catastrofi naturali. L’Italia ha quindi tutto l’interesse a costruire un sistema energetico decarbonizzato, digitalizzato e resiliente”.

Quali sono le sfide da cogliere per rendere un sistema energetico davvero decarbonizzato?
“La decarbonizzazione si dimostra certamente un volano per l’economia oltre che lo strumento principale per affrontare il cambiamento climatico, a patto però di semplificare la burocrazia. Questi investimenti potranno attivarsi solo in presenza di un quadro normativo maggiormente certo e fortemente semplificato. Dovranno essere velocizzati i procedimenti autorizzativi per la realizzazione degli impianti per garantire a imprese e investitori regole meno complesse, più coerenti ed omogenee sul territorio. Si dovrà lavorare per risolvere i cortocircuiti decisionali che portano gli iter amministrativi a durare anche diversi anni. Non dimentichiamo che realizzare i target rinnovabili indicati dal PNIEC significa raddoppiare e quasi triplicare, rispettivamente, il contributo di eolico e fotovoltaico al mix energetico in soli 10 anni”.

Quanto tempo ci vorrebbe per raggiungere gli obiettivi per le rinnovabili al 2030 mantenendo il peso attuale della burocrazia?
E come liberarsi dal peso eccessivo della burocrazia? “Secondo il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), se le procedure autorizzative per gli impianti rinnovabili rimanessero invariate rispetto al 2017-2018, impiegheremmo quasi 70 anni. Proprio all’interno del mio blog sono riportate alcune proposte che potrebbero essere implementate nell’immediato a costo zero producendo un notevole beneficio sui bilanci pubblici. Tra queste vi sono la semplificazione delle autorizzazioni per gli interventi di repowering nell’eolico, per il rifacimento degli impianti fotovoltaici esistenti e per gli interventi di efficienza energetica in edilizia, nonché la semplificazione fiscale per la microcogenerazione, una tecnologia che andrebbe inclusa nelle configurazioni di autoconsumo collettivo al pari delle rinnovabili. Urgente è anche un intervento sulle norme che impediscono all’idroelettrico di valorizzare i benefici potenziali per l’economia. Come richiesto da Elettricità Futura, Utilitalia, Filctem CGIL, Flaei CISL e Uiltec UIL al Governo, Parlamento e Regioni è necessaria una revisione delle norme sulle concessioni idroelettriche che garantisca l’omogeneità delle regole a livello nazionale. Con l’attuale disciplina rischiamo infatti di perdere oltre 8 miliardi di investimenti che verrebbero destinati ad accrescere la sicurezza e la producibilità degli impianti”.

Quali sono dunque il messaggio e la sfida per il prossimo futuro? 
“Non possiamo più permetterci di sprecare le risorse pubbliche e private, ostacolare gli investimenti e perdere tempo. Per moltissime imprese la possibilità di sopravvivere alla crisi del Coronavirus dipenderà proprio dalla tempestività degli interventi di semplificazione. Dobbiamo vincere la mala burocrazia, contribuire alla semplificazione degli iter autorizzativi e sviluppare un mercato sostenibile. Dobbiamo puntare a fare meglio della media europea e non peggio! Elettricità Futura e i suoi Associati sono pronti per affrontare le sfide dei prossimi anni, con la volontà di realizzare la transizione energetica”.

Dunque non mi resta che complimentarmi ed augurare una buona Elettricità Futura all’Italia intera, dato che la strategia competitiva del Paese si gioca qui! E per rimanere aggiornati, vi invito a seguire il blog www.rerebaudengo.it


L'intervista è stata realizzata dalla giornalista Sabrina Bosia.

Venti anni di carriera come business partner nello sviluppo delle imprese: Audit in Ernst Young; Audit, M&A e Corporate Finance in KPMG; Turnaround e Ristrutturazione del Debito in Conbipel SpA; CFO in diversi contesti internazionali. Attualmente Business Angel, Start-up di progetti e Chief Innovation Manager, Chief Financial Officer - Financial and Strategic Services, sempre al fianco di imprenditori, fondi, banche ed azionisti per rendere il futuro concretamente realizzabile. www.chiudiilcerchio.it


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