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Decreto Legge Aiuti-bis: gravi criticità Articolo 3 "Sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale"

Lettera di Elettricità Futura (30/08/2022)

Elettricità Futura ha inviato una lettera a firme congiunte Aiget, Assogas, Energia Libera, Proxigas e Utilitalia indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro della Transizione Ecologica, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Presidente dell’ARERA per rinnovare la forte preoccupazione in merito alla disposizione dell’Art.3 del DL n. 115/2022 (DL “Aiuti bis”), che prevede di sospendere l’efficacia delle clausole contrattuali che consentono all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare le condizioni generali di contratto per la definizione del prezzo.

Secondo le Associazioni firmatarie, tale disposizione si limita ad alleviare il problema emergenziale, senza individuare alcuna misura che garantisca la sostenibilità del comparto.

Si segnala come molti dei contratti di fornitura per i clienti finali siano già diventati antieconomici per i venditori, a causa dei forti incrementi dei costi di approvvigionamento all’ingrosso delle commodity e dell’esplosione degli oneri finanziari connessi. Al problema dei prezzi si aggiunge anche quello dei volumi necessari per soddisfare la domanda.

Se si dovesse confermare la misura di cui all’Articolo 3, da un lato si ridurrebbe ulteriormente la liquidità e la flessibilità dei fornitori, dall’altro vi sarebbe il concreto rischio che i clienti perdano il proprio fornitore, finendo in mercati di salvaguardia con costi ancora più elevati per l’intero sistema.

Le Associazioni firmatarie evidenziano quindi come una tale previsione, ove confermata, contribuirebbe sicuramente ad acuire lo stato di già forte sofferenza del settore della vendita di energia, e potrebbe provocare fallimenti e insolvenze di numerose imprese fornitrici, andando quindi a colpire tutti i loro clienti.

Si richiede pertanto che le disposizioni di cui all’Articolo 3 vengano espunte in sede di conversione in legge del Decreto Aiuti bis e si rimane a disposizione per ogni confronto su possibili misure alternative.


Leggi il testo integrale della Lettera:


Rinnoviamo tutta la nostra forte preoccupazione per la disposizione di cui all’Articolo 3 del Decreto Legge 9 agosto 2022, n. 115 (cosiddetto Decreto Legge “Aiuti bis”), che come noto prevedrebbe di sospendere l’efficacia delle clausole contrattuali che consentono all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo.

Tale disposizione si limita purtroppo ad alleviare il problema emergenziale, senza che contestualmente venga individuata alcuna misura idonea a garantire la sostenibilità del comparto.

Non possiamo in tal senso non ricordare come l’effetto delle misure proposte sarà con tutta probabilità esattamente l'opposto, accelerando e rendendo più grave lo smottamento dell’intera filiera, con inevitabili gravi effetti in primis sui consumatori finali.

Vorremmo in quest'ottica ancora una volta segnalare come molti dei contratti di fornitura per i clienti finali siano già di fatto purtroppo diventati antieconomici per i venditori, a causa dei ben noti ormai drammatici incrementi dei costi di approvvigionamento all’ingrosso delle commodity, incrementi che non potevano certo esser previsti al momento della stipula dei contratti, per non parlare dell’esplosione degli oneri finanziari direttamente connessi.

Al problema dei prezzi si aggiunge purtroppo di fatto anche quello dei volumi. Già lo scorso 29 luglio, la stessa ARERA nella sua segnalazione a Parlamento e Governo (375/2022/I/GAS) registrava la “difficoltà per gli esercenti la vendita a reperire sui mercati all’ingrosso i volumi necessari per soddisfare la domanda. […] L’eventuale default dei venditori si ripercuoterebbe sull’equilibrio economico finanziario del sistema producendo un aumento dei costi da socializzare a carico della generalità dei clienti finali”.

In altre parole, non è certo “legando le mani” ai fornitori di energia che si potrà supportare veramente l’intero sistema paese in questa fase. Se si dovesse confermare invece la misura di cui all’Articolo 3, da un lato si ridurrebbe ulteriormente la liquidità dei fornitori, e quindi anche la flessibilità che finora hanno potuto avere nel concedere credito ai clienti in difficoltà con i pagamenti, e dall’altro vi sarebbe il concreto rischio che i clienti perdano rapidamente il proprio fornitore, finendo subito in mercati di salvaguardia con costi ancora più elevati per l’intero sistema. È dunque una misura “da valutare bene, che può avere effetti dirompenti; […] se i venditori falliscono, i costi si scaricano comunque sulle bollette”, per usare le parole del Presidente di ARERA Besseghini in una sua recente intervista. 

Evidenziamo quindi come una tale previsione, ove confermata, contribuirebbe sicuramente ad acuire lo stato di già forte sofferenza del settore della vendita di energia, e potrebbe senza dubbio provocare fallimenti ed insolvenze di numerose imprese fornitrici, andando quindi rapidamente a colpire tutti i loro clienti. 

Tutto ciò senza nemmeno dilungarsi sul fatto che si tratta di una norma che si scontra palesemente contro i pilastri di un mercato concorrenziale, il cui scopo è tra l’altro proprio quello di essere un deterrente all’aumento delle bollette. Da un lato infatti si viola la libertà contrattuale e dall’altro, con la previsione della retroattività, si mina ancora una volta pericolosamente la certezza del diritto.

Per queste ragioni non possiamo che auspicare vivamente che le disposizioni di cui all’Articolo 3 vengano espunte in sede di conversione in legge del Decreto Aiuti bis.

Restando comunque ovviamente come sempre a piena disposizione per ogni confronto su possibili misure alternative che contemperino l'attuale stato di emergenza con la sostenibilità economica del comparto, rinnoviamo tutti i nostri più cordiali saluti.

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