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Progetto pilota UVAM

Progetto pilota ai sensi della delibera 300/2017/R/eel dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (11/07/2018)

Elettricità Futura accoglie positivamente il progetto pilota su Unità Virtuali Abilitate Miste (UVAM), che si inserisce nel percorso avviato dai DCO 354/2013 e 298/2016 e definito dalle delibere 300/2017 e 372/2017, proseguendo nell’azione di sperimentazione di nuove forme di partecipazione al MSD, per consentire ad un nuovo insieme di soggetti la fornitura di servizi di rete necessari al sistema elettrico nazionale. La delibera 300/2017 ha delineato una modalità di azione basata su un alto livello di sperimentazione, con l’obiettivo di ricercare e testare tutte le possibili aggregazioni e soluzioni implementative, mettendole in pratica in un ambiente sperimentale al fine di verificarne la fattibilità e la convenienza di sistema. Si condivide pertanto, all’interno di tali progetti pilota, la relativa flessibilità concessa per alcuni requisiti per la partecipazione a MSD e per la verifica delle prestazioni, e si ritiene inoltre che tale approccio possa essere esteso ad altri aspetti del progetto pilota UVAM (come nel seguito dettagliato) al fine di permettere l’effettiva sperimentazione di nuove aggregazioni, evitandone il rallentamento a causa di vincoli che in una fase di sperimentazione potrebbero risultare ostativi.
La proposta di regolamento, all’art. 10, comma 1 lettera h, prevede che le UVAM debbano comunicare il fattore di ripartizione VARk(i) con un ritardo massimo di 15 minuti rispetto all’ultimo minuto del quarto d’ora a cui si riferisce. Si chiede, anche alla luce di sperimentazione di questa iniziativa, che tale tempistica sia posticipata al decimo giorno del mese M+1, vale a dire in tempo utile per consentire di effettuare correttamente le operazioni di settlement dell’energia afferente i diversi punti di dispacciamento. Non si ravvisano al contrario finalità di comunicazione immediata del vettore var (k) quali quella proposta in consultazione dal momento che nell’ambito dell’UVAM il dispacciamento è nella disponibilità del BSP. Inoltre si ritiene utile che il fattore di ripartizione VARk possa assumere anche valori negativi, per consentire al Balancing Service Provider (BSP) una maggiore flessibilità nelle manovre di dispacciamento dei POD costituenti l’UVAM. Ciò appare necessario anche per regolare adeguatamente gli sbilanciamenti dei diversi utenti del dispacciamento i cui punti sono inclusi in una medesima UVAM. Sempre riguardo ai contratti di approvvigionamento a termine, si chiede che l’obbligo per ciascuna UVAM sia individuato coerentemente con quanto previsto per le UVAC, ovvero definendo un obbligo di fornitura per almeno 3 ore consecutive, piuttosto che 4 ore consecutive, come riportato attualmente al paragrafo 2 della Procedura di approvvigionamento a termine.
Si chiede inoltre che anche nella fissazione dei parametri economici relativi ai contratti a termine (premio e strike price) si proceda in coerenza con i valori definiti per le UVAC. I contratti a termine dovrebbero avere un orizzonte temporale adeguato a consentire agli operatori di gestire e affrontare tutte le complessità della gestione di una UVAM (rapporto BSP-BRP, sbilanciamenti, ecc.), pertanto si propone che la contrattazione a termine sia basata sui seguenti prodotti:
Elettricità Futura – Consultazione Terna progetto pilota UVAM - Osservazioni
• Prodotto “baseload” annuale, finalizzato a garantire la fornitura del quantitativo di risorse
costante durante tutto l’anno;
• Prodotto “peakload” mensile, finalizzato alla fornitura della risorsa nei momenti di picco
della richiesta (luglio, agosto, ecc.)
Il Regolamento prevede per le UVAM l’applicazione del sistema dual price per la valorizzazione degli sbilanciamenti: si chiede però che tale applicazione sia effettuata in maniera graduale, per consentire alle UP e UC i cui punti rientrano nelle UVAM di passare da una valorizzazione single price con prezzo ponderato (art. 40.3 delibera 111/06) ad una valorizzazione dual price con prezzo marginale. Nel frattempo, si propone di utilizzare il meccanismo attualmente in vigore per le UVAC. Inoltre, come già previsto nel Regolamento UVAC, si auspica che possa essere previsto che il corrispettivo fisso giornaliero venga incrementato linearmente fino ad un valore massimo del 200% qualora l’offerta sia formulata, per un quantitativo almeno pari alla quantità assegnata, per tutte le ore comprese tra le ore 14.00 e le ore 20.00. Altra tematica riguarda le c.d. “prove tecniche”: in base all’art. 9 comma 3, Terna può chiedere la ripetizione delle prove tecniche di qualificazione nel caso in cui siano modificati uno o più punti che costituiscono l’UVAM: tale previsione appare fin troppo vincolante e generica, si propone pertanto che Terna possa chiedere la ripetizione delle prove tecniche soltanto se le modifiche hanno causato una variazione della potenza complessiva dell’UVAM al di sopra di una determinata soglia o franchigia, ed in ogni caso che non vengano nuovamente eseguite prove qualora il numero di punti sottesi all’UVAM diminuisca.
Inoltre, l’allegato 3 del Regolamento stabilisce che in caso di esito negativo delle prove tecniche il Richiedente non possa presentare una nuova richiesta di abilitazione prima che siano trascorsi 180 giorni dalla data di fallimento delle prove, a meno che il Richiedente modifichi almeno il 50% del numero di punti inclusi nell’UVAM originaria le cui prove di abilitazione hanno avuto esito negativo. Per consentire una più agevole e libera sperimentazione di configurazioni UVAM, si chiede che tale vincolo sia modificato, rimuovendo il tempo minimo di 180 giorni e permettendo una nuova richiesta di abilitazione nel caso il Richiedente modifichi almeno il 25% dei punti le cui prove hanno avuto esito negativo o il 25% della potenza dei punti inclusi. Per quanto riguarda la determinazione del programma dell’UVAM, si evidenzia come per l’individuazione del quantitativo di risorsa effettivamente fornita dall’UVAM sia necessaria la definizione di una Baseline rispetto al quale valutare la modulazione eseguita. L’attuale proposta per l’individuazione della Baseline prevede l’invio di una Baseline stimata da parte del BSP, che viene poi corretta in base ai valori di immissione/prelievo misurati nei quarti d’ora precedenti. In primo luogo, si ritiene che soprattutto per i servizi con attivazione quasi nel tempo reale (15 minuti) si possa invece procedere in linea con quanto previsto per le UVAC, cioè valutando l’incremento/decremento eseguito con riferimento al livello di produzione/immissione misurato nel quarto d’ora precedente. In questo modo si potrebbe evitare, per tali risorse, di ricorrere alla metodologia di correzione con il ΔBaseline. Continua a leggere...

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