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Policy / Transizione energetica e procedure autorizzative

Consultazione pubblica sui Piani di Gestione dello Spazio Marittimo

Osservazioni Elettricità Futura (28/10/2022)

Elettricità Futura ha trasmesso le proprie Osservazioni alla consultazione pubblica del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili in relazione ai Piani di Gestione dello Spazio Marittimo.

Nel documento si osserva come nell’attuale contesto mondiale di instabilità politica, economica e di crisi energetica, le fonti rinnovabili rappresentino lo strumento più efficace e strutturale, non solo per raggiungere un’economia a zero emissioni al 2050, ma anche per acquisire una maggiore indipendenza energetica nazionale.

Per tradurre gli sfidanti obiettivi in termini pratici, Elettricità Futura ritiene indispensabile che i Piani di gestione dello spazio marittimo favoriscano lo sviluppo di tecnologie offshore quali: l’eolico floating e tradizionale bottom fixed, nonché il fotovoltaico flottante e la generazione di energia dal moto ondoso.

 

A tale scopo, si ritiene utile:

  • precisare all’interno del Piano stesso che tutte le aree in cui non sono previsti usi prioritari incompatibili con gli usi energetici siano considerate idonee ai fini dell’installazione di impianti FER ai sensi del D.Lgs. n. 199/2021;
  • segnalare che la previsione del Piano inerente aree “non visibili” dalla terra ferma (area del mar Ionio - Mediterraneo Centrale) per l’installazione di impianti eolici offshore, appare limitante. Si propone di sostituirla con una definizione più flessibile (aree a “ridotto impatto visivo” dalla terra ferma).
  • un’analisi della ventosità delle aree marittime individuate, che potrebbe essere utilizzata come criterio anche per l’identificazione delle Unità di Pianificazione;
  • suggerire di integrare nel documento una rappresentazione degli sviluppi di rete inclusi nel Piano di Sviluppo decennale predisposto da Terna.

 

Leggi il testo integrale delle Osservazioni

Il periodo di instabilità politica ed economica mondiale e la crisi energetica hanno portato l’Europa e Paesi come il nostro ad una riflessione sulle modalità per garantire la sicurezza del nostro approvvigionamento energetico. Le fonti rinnovabili rappresentano lo strumento più efficace e strutturale, non solo per raggiungere un’economia a zero emissioni al 2050, ma anche per acquisire una maggiore indipendenza energetica nazionale.

In questo particolare contesto, infatti, anche a livello comunitario è in discussione il pacchetto di norme REPowerEU, che intende rendere ancor più ambiziosi gli obiettivi del pacchetto Fit For 55 e che, per l’Italia, significherebbe prevedere l’installazione di circa 85 GW di nuova capacità da fonti rinnovabili al 20301.

Per tradurre gli sfidanti obiettivi in termini pratici, si ritiene indispensabile favorire la realizzazione di impianti eolici offshore; questa tecnologia è infatti in grado di garantire un contributo potenzialmente decisivo nel percorso di sviluppo previsto.

 Inoltre, per accelerare il processo di transizione energetica attraverso l’installazione di impianti innovativi e a ridotto consumo di suolo, riteniamo fondamentale che venga attribuito rilievo a tutte le tecnologie disponibili, includendo sia l’eolico floating che quello tradizionale bottom fixed, nonché il fotovoltaico flottante e la generazione di energia dal moto ondoso.

La pianificazione dello spazio marittimo dovrebbe tenere in debita considerazione le opportunità di sviluppo di queste fonti, attraverso disposizioni che, nel pieno rispetto della tutela ambientale, siano volte a non ostacolare e a semplificare la realizzazione degli impianti.

A tale scopo, si ritiene utile anzitutto richiamare le disposizioni normative di cui al D.Lgs. n. 199/2021, che, per quanto attribuisca esplicitamente al Piano l’identificazione delle aree idonee per la realizzazione di rinnovabili offshore, non è indicato tra gli elementi normativi di fondo. Sarebbe dunque necessario precisare quali siano le aree di cui all’art. 23 del 199/2021 identificate dal Piano, senza demandarlo a ulteriori atti derivati (ad es. Linee Guida), indicando all’interno del Piano stesso che tutte le aree in cui non sono previsti usi prioritari incompatibili con gli usi energetici siano considerate idonee ai fini dell’installazione di impianti FER ai sensi del citato decreto.

E’ altresì opportuno segnalare in questa sede che, dall’analisi dei documenti pubblicati, in particolare del Piano avente ad oggetto l’area del mar Ionio - Mediterraneo Centrale, emerge la possibilità di installare gli impianti eolici offshore, purché collocati in aree “non visibili” dalla terra ferma. Tale disposizione appare piuttosto limitante, proprio in virtù delle considerazioni di cui sopra. Suggeriamo dunque di sostituire la richiamata dicitura con una definizione più flessibile, prevedendo che gli impianti offshore siano ammissibili purché collocati in aree a “ridotto impatto visivo” dalla terra ferma, garantendo dunque una opportuna mediazione tra le varie esigenze delle parti interessate.

Inoltre, sarebbe utile un’analisi della ventosità delle aree marittime individuate, che potrebbe essere utilizzata come criterio anche per l’identificazione delle Unità di Pianificazione. Infatti, la disponibilità della “risorsa vento” risulta essere uno dei principali driver degli investimenti in capacità di generazione eolica offshore e della relativa localizzazione e, pertanto, rappresenta un utile indicatore per pianificare a livello strategico l’utilizzo, a fini di generazione elettrica, degli spazi marittimi.

Infine, si suggerisce di integrare nel documento una rappresentazione degli sviluppi di rete inclusi nel Piano di Sviluppo decennale predisposto da Terna, gestore del sistema di trasmissione elettrica nazionale. Risultano infatti in fase di studio, pianificazione e sviluppo numerose opere infrastrutturali che interessano le aree marittime (ad es. Tyrrenhian Link, Adriatic Link, interconnessioni transfrontaliere con Montenegro e Tunisia, etc.). Sempre in relazione agli sviluppi attesi da Terna, potrebbero essere identificate la distribuzione e la quantità delle richieste di connessione offshore già pervenute al TSO, che rappresentano una forma di interazione terra-mare.

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