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Policy / Transizione energetica e procedure autorizzative

Seconda vita dei pannelli fotovoltaici

Lettera Elettricità Futura al MiTE (11/11/21)

Elettricità Futura ha trasmesso una lettera al MiTE in cui si segnala il problema del divieto, previsto dai decreti ministeriali di incentivazione del fotovoltaico, di riutilizzo di componenti di impianti fotovoltaici quali moduli e inverter in impianti incentivati diversi da quello originario. Tale restrizione appare in controtendenza rispetto ai principi di economia circolare e agli obiettivi di decarbonizzazione.

Affrontare in maniera sistemica questo tema risulta sempre più una priorità, alla luce della crescita di generazione fotovoltaica che, secondo tutti gli scenari europei e italiani, sarà necessaria per conseguire i

target 2030, sia in termini di installazione di nuovi impianti che di rinnovamento degli impianti esistenti.

L’Associazione ritiene pertanto necessario un tempestivo intervento finalizzato ad aggiornare la vigente normativa di riferimento, per superare i divieti oggi previsti.

 

Leggi il testo integrale del documento.

Gentilissimi,


Elettricità Futura, Unione delle Imprese Elettriche Italiane, è la principale Associazione del settore elettrico italiano. Aderisce a Confindustria e rappresenta più di 500 imprese per oltre il 70% del mercato elettrico nazionale.

L’Associazione desidera portare alla vostra cortese attenzione il problema del divieto, previsto dai decreti ministeriali di incentivazione del fotovoltaico, di riutilizzo di componenti di impianti fotovoltaici quali moduli e inverter in impianti incentivati diversi da quello originario. Tale restrizione appare in controtendenza rispetto ai principi di economia circolare e agli obiettivi di decarbonizzazione.

Oggi, infatti, nel caso si renda necessario, per impianti che ormai hanno mediamente 10 anni di vita, sostituire, nell’ambito di una manutenzione ordinaria, anche pochi pannelli difettosi, occorre sostituire anche molti altri pannelli funzionanti, con rapporti che possono arrivare anche a 1 a 20 (per un pannello rotto se ne devono sostituire fino a 20 funzionanti), poiché i nuovi pannelli disponibili sul mercato hanno caratteristiche tecniche (tensione, corrente, potenza, dimensioni fisiche) diverse e non compatibili rispetto ai pannelli originari. I pannelli rimossi, pur ancora funzionanti, sono avviati a riciclo, poiché ai sensi dei Conti Energia e delle procedure GSE vigenti non possono essere riutilizzati su altri impianti incentivati.

Tali pannelli avrebbero tuttavia caratteristiche tecniche compatibili con quelle di molti altri impianti, interessati da interventi di ammodernamento che, sempre più spesso, numerosi operatori industriali stanno effettuando per sostituire i vecchi pannelli con altri di nuova generazione, più performanti.
Affrontare in maniera sistemica questo tema risulta sempre più una priorità, alla luce della crescita di generazione fotovoltaica che, secondo tutti gli scenari europei e italiani, sarà necessaria per conseguire i target 2030, sia in termini di installazione di nuovi impianti che di rinnovamento degli impianti esistenti.

Ipotizzando infatti di sottoporre a revamping totale il 50% degli attuali impianti fotovoltaici incentivati di potenza superiore a 200 kW, i moduli potenzialmente riutilizzabili ammonterebbero a circa 5,5 GW. Tali moduli, secondo l’attuale regolazione, verrebbero in gran parte conferiti in impianti di smaltimento e recupero, anche se potrebbero ancora avere un utilizzo e quindi una seconda vita. Considerando una potenza nominale media per modulo fotovoltaico di vecchia generazione di 250 W ed un peso di 20 kg/modulo (modulo tipico installato nel periodo 2010-2013), rischierebbero di essere smaltiti circa 22 milioni di moduli, corrispondenti a 440.000 tonnellate in peso.

Buona parte di tali moduli, se la normativa lo consentisse, potrebbero invece essere riutilizzati, reimpiegandoli per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti in altri impianti incentivati come sostituzioni o come scorta. Tali pannelli in altre parole potrebbero avere una seconda vita, con un approccio virtuoso e ambientalmente compatibile e potrebbero costituire una risorsa preziosa per il mercato. Si pensi che i primi impianti erano fatti con pannelli da 180 W mentre gli attuali pannelli fotovoltaici arrivano a potenze ben superiori a 600 W con dimensioni fisiche estremamente diverse, fermo restando che questo trend tecnologico continuerà anche nel futuro e il problema sarà sempre più marcato.

In considerazione delle valutazioni sopra espresse, riteniamo necessario un tempestivo intervento finalizzato ad aggiornare la vigente normativa di riferimento, per superare i divieti oggi previsti.

 

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