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Media / News / 30-04-2025

“Più rinnovabili per ridurre il costo dell’energia”. Elettricità Futura su la Repubblica

L'intervista di Rosaria Amato al Direttore Generale Giorgio Boneschi

La chiave per abbassare le tariffe elettriche è puntare con decisione sulle fonti rinnovabili, affiancandole a contratti a medio-lungo termine. Solo così sarà possibile scollegare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. Nell’intervista di Rosaria Amato su la Repubblica, il Direttore Generale di Elettricità Futura Giorgio Boneschi ha commenta le recenti misure del “decreto bollette” e discusso le strategie per rendere davvero competitivo il sistema energetico italiano.


Di seguito un estratto dell'intervista al DG.

Il “decreto bollette” ha sollevato forti proteste  tra le imprese. A voi sembra un provvedimento efficace per calmierare il caro-energia?

«Nel corso del processo di conversione in legge sono state approvate alcune misure strutturali che riteniamo valide. In particolare una che accelera il repowering dell’eolico, consentendo la sostituzione dei vecchi impianti, che non sono più sotto il regime incentivato, con strutture più moderne e produttive, a parità di occupazione di suolo. Così si incentiva la produzione di rinnovabili, aumentando l’energia a basso costo. La seconda è la creazione di una piattaforma per favorire l’incontro di domanda e offerta di energia rinnovabile: stipulando contratti a medio termine, per 5  anni, si possono offrire forniture a prezzi più bassi, tenendo come riferimento il costo delle  rinnovabili».

Perché il “disaccoppiamento” dell’elettricità dal prezzo del gas finora non è  avvenuto?

«Perché agganciare i prezzi dell’elettricità direttamente alle rinnovabili è possibile solo con contratti a medio-lungo termine. Altrimenti se si vende l’energia a mercato spot il prezzo sarà quello determinato dal gas, e questo meccanismo non si può modificare perché fa parte di un mercato integrato a livello europeo. Va detto inoltre che se le aziende scelgono i contratti a prezzo variabile, come fa la maggioranza delle imprese italiane, si rischia di  andare incontro a rialzi shock come quelli di gennaio, dovuti all’interruzione improvvisa del flusso di gas dalla Russia. L’80% dei clienti residenziali sul mercato libero infatti non ha avuto alcun impatto negativo dallo sbalzo di gennaio, perché aveva un contratto  a prezzo fisso».

Tra gli industriali c’è un certo scetticismo nei confronti delle rinnovabili come unica soluzione al caro-energia.

«Dobbiamo aumentare il loro peso nel mix energetico e siamo sulla strada giusta. A  fine 2024 la produzione da fonti rinnovabili ha coperto il 41% della domanda. Arrivare al 60-70% avrebbe invece sicuramente un impatto positivo sui prezzi. Oggi ci sono 150 GW di nuova capacità rinnovabile in attesa di autorizzazione».

 

Leggi l’intervista completa su Repubblica 




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