attendere prego…

Cerca

Media

Media / News / 17-11-2025

Data Center e IA, il bivio del mondo dell’energia

L’esplosione della Data Economy sta ridisegnando fabbisogni energetici, infrastrutture e politiche industriali

Il settore elettrico è al centro di due processi fondamentali: la transizione digitale e la transizione energetica. L'intersezione di queste dinamiche, che ruotano attorno allo sviluppo dei data center e dell'intelligenza artificiale (IA), definisce un nuovo orizzonte di sfide e opportunità. L'analisi di questi temi è stata al centro del convegno organizzato da I-Com “Dare energ-IA all’Italia: Data center e intelligenza artificiale per la sostenibilità”, in cui è intervenuto il Direttore Generale di Elettricità Futura Giorgio Boneschi.

La transizione digitale, spinta dalla Data Economy, rappresenta per chi produce energia un'opportunità di crescita della domanda. Il potenziale economico è enorme: il DG Boneschi ha citato un recente report realizzato da a2a e TEHA che evidenzia come l'economia digitale, che oggi rappresenta in Italia circa 60 miliardi di euro di PIL, potrebbe salire a oltre 200 miliardi di valore entro il 2030, a condizione che il Paese si allinei alle best practices internazionali. la capacità energetica dedicata ai data center in Italia – oggi circa 500 MW – potrebbe raggiungere 4,5 GW entro il 2035. Si tratterebbe di una crescita quasi decuplicata, che porterebbe i consumi dei data center dal 2% al 13% della domanda elettrica nazionale. Un salto che, per Boneschi, rappresenta una grandissima opportunità di crescita, ma anche una sfida enorme sul fronte della decarbonizzazione: “Questa energia deve essere fornita con un mix sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Non pensiamo che i data center debbano essere alimentati solo da solare, ma da un mix che renda la soluzione sostenibile e pienamente integrata in reti resilienti”. In base allo studio, il recupero del calore dei data center rappresenta un elemento chiave per ridurre le emissioni, potenzialmente fino a 6 milioni di tonnellate di CO? e con la possibilità di riscaldare 800.000 famiglie.

Il potenziale dell’intelligenza artificiale

Se dal lato della domanda l’IA porta con sé opportunità e sfide, dal lato della produzione, sottolinea Boneschi, ci sono almeno tre fronti di applicazione da sfruttare:

  1. Capacità predittiva e stabilità del sistema: Utilizzo di algoritmi per previsioni più precise della domanda a breve termine, evitando così sovrainvestimenti in reti e produzioni.
  2. Efficienza operativa: Impiego dell'IA per la manutenzione predittiva, cruciale per far fronte ai danni causati dai cambiamenti climatici, come i cortocircuiti dovuti alle temperature elevate o i danni alle infrastrutture causati dalle alluvioni.
  3. Qualità del servizio: Mantenimento dell'elevata competitività della rete.

“Pensiamo a queste tre dimensioni come strumenti per mantenere l'elevata competitività delle nostre reti. L'Italia è il Paese in Europa che ha le reti più efficienti a livello continentale. In Italia un cittadino medio paga 11 € al mese il servizio di distribuzione, quindi le proprie reti, a confronto con la Germania che ne paga 23” ha evidenziato Boneschi. “Questo è il risultato di anni di regolazione e operations molto ben studiate e molto efficienti. L'Italia ha il sistema più efficiente a livello europeo perché per 30 anni ha incentivato gli operatori ad essere efficienti nelle operations, con i meccanismi di incentivo che premiano chi supera gli obiettivi di efficienza, ed efficienti negli investimenti, perché viene premiata la qualità del servizio. In questo modo l'Italia è riuscita a costruire un asset assolutamente competitivo a livello continentale”.

Lo sviluppo dei Data Center e il Technology Watch

Sul fronte dei data center, un recente studio AGICI evidenzia come nonostante i vantaggi competitivi italiani – tra cui la disponibilità di operatori, overcapacity termoelettrica e FER, spazi brownfield e una dorsale dati capillare– lo sviluppo del Paese come hub della Data Economy nell'area mediterranea risulta ostacolato da gap normativi e infrastrutturali, tra cui lentezze autorizzative e vincoli di capacità di rete. Pur essendo la Data Economy in forte espansione, l'Italia è in svantaggio infrastrutturale rispetto ai paesi FLAPD (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino). Gli operatori di data center considerano i tempi di autorizzazione come il tema maggiormente critico: in Italia si dilatano fino a 25-30mesi, a fronte dei 12-14 mesi degli altri paesi europei, rendendo i progetti superati nel momento stesso in cui viene raggiunta l'autorizzazione. Lo studio AGICI, inoltre, sfata i timori sugli impatti ambientali e territoriali dei data center, precisando che le strutture sono spesso realizzate su aree dismesse e che il problema storico dello spreco d'acqua non sussiste più grazie all'uso di cicli chiusi e sistemi raffreddati ad aria.

A questi temi sarà dedicato il prossimo Technology Watch, il webinar organizzato da Elettricità Futura e CESI che si terrà il 10 dicembre e coinvolgerà operatori energetici, gestori di infrastrutture digitali, esperti di regolazione e rappresentanti istituzionali in un momento di confronto per esplorare le sinergie tra rinnovabili e data center anche in ottica di pianificazione territoriale, efficienza energetica e sviluppo sostenibile.

È possibile partecipare al Technology Watch registrandosi QUI.

CONDIVIDI

FACEBOOK   /   TWITTER   /   LINKEDIN

Ultime novità da EF

Latest

Iscriviti alle Newsletter Elettricità Futura
iscriviti

Ho letto e accetto l’informativa sulla privacy

Accedi al tuo profilo
Elettricità Futura

Hai dimenticato la password? Clicca qui

Non hai le tue credenziali di accesso? Creale adesso >>>

Vuoi richiedere un preventivo? Clicca qui